

nella foto i funerali di james senese
Napoli – Il quartiere di Miano, troppo spesso raccontato per le sue ombre, si è stretto oggi in un abbraccio sincero e luminoso attorno alla bara di James Senese. Il sassofonista, leggenda della musica napoletana e simbolo di un’identità meticcia e orgogliosa, è stato salutato con una partecipazione popolare che ha trasformato la chiesa di Santa Maria dell’Arco in un luogo di memoria collettiva.
All’ingresso, un quaderno pieno di messaggi d’affetto, frasi intime, ricordi. Nonostante il divieto, molti hanno lasciato fiori davanti al carro funebre: un gesto semplice, carico d’amore, per “un figlio di Miano”, come lo chiamavano tutti. Per loro James non era soltanto un artista, ma un fratello, un uomo rimasto sempre uguale a sé stesso, legato visceralmente alla sua gente.
Tra la folla, insieme ai tanti cittadini comuni, c’erano volti noti della musica napoletana: Nino D’Angelo, Sal Da Vinci, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile – l’amico di sempre, che lo ha accompagnato fino alla fine – ed Eugenio Bennato, che ha ricordato un’esibizione condivisa a Parigi davanti a centomila persone: «Grande James, grande voce, grande musica».
Presente anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha voluto rendere omaggio a un artista simbolo: «James Senese è stato uno dei grandi cantori della nostra città. Nella sua musica vive la Napoli multiculturale, quella che unisce e crea, la stessa forza che nasce dai quartieri di periferia a cui era tanto legato».
Accanto a lui, Roberto Fico, candidato alla presidenza della Regione Campania, ha espresso un dolore personale: «Mi viene difficile immaginare Napoli senza James. Era un ponte tra popoli, una solarità profonda, un’anima che resterà per sempre».
Oggi Napoli ha pianto James Senese, ma l’ha fatto a modo suo: con le note, i ricordi, le voci di chi gli ha voluto bene. Perché, come la sua musica, anche il suo spirito continuerà a vibrare tra i vicoli e i sogni della città che non ha mai smesso di amarlo.