Sbloccati 3 milioni per le "zone rosse". Il Ministero paga la manutenzione di tutti i sistemi esistenti, dopo anni di criticità. La sfida: garantire l'accesso condiviso a tutte le forze dell'ordine per interventi più rapidi.
Napoli – Una corazza elettronica di 1.200 occhi per presidiare Napoli. È la fotografia scattata ieri in Commissione Polizia Municipale, dove è stato fatto il punto sul potenziamento della videosorveglianza cittadina.
Attualmente sono operativi 950 tra telecamere e lettori ottici di targhe, ma entro pochi mesi il numero è destinato a crescere sensibilmente, con un investimento complessivo di 3 milioni di euro che porterà all'installazione di altri 248 dispositivi, concentrati nelle "zone rosse" a più alto tasso criminale.
La svolta dopo anni di abbandono
La notizia che ha cambiato le sorti di un sistema spesso "cieco" per anni è l'intervento del Ministero dell'Interno, che si è fatto carico dei costi di gestione e riparazione di tutti gli apparati esistenti. Una mossa che ha superato la principale criticità: la cronica mancanza di fondi per la manutenzione, garantendo finalmente il pieno funzionamento della rete.
I fondi e le nuove installazioni
Il piano di potenziamento si articola su più fronti finanziari:
2 milioni di euro dal Fondo Sicurezza per l'installazione di 248 nuove telecamere, di cui 137 sono lettori automatici di targhe.Potrebbe interessarti
1 milione di euro dal POC (Programma Operativo Complementare) per ulteriori installazioni, il cui bando di gara è già partito.
500 mila euro da un protocollo tra Ministero dell'Interno e Regione Campania, destinati a un nuovo impianto nella zona dei Camaldoli, area strategica per il contrasto ai furti in abitazione.
Le tempistiche e l'impegno del Comune
Le procedure sono a pieno regime. Per le telecamere ministeriali, a gennaio dovrebbe subentrare il nuovo gestore. Il contratto per quelle del Fondo Sicurezza sarà siglato entro fine novembre. Per evitare il ripetersi di blackout, il Comune si è impegnato a farsi carico con risorse proprie della manutenzione ordinaria e straordinaria per almeno cinque anni, assicurando la continuità operativa.
Sicurezza urbana e investigative
L'Amministrazione comunale ha sottolineato che la rete, realizzata in stretta sinergia con le forze dell'ordine, non è un fine, ma un "supporto per le attività investigative e per la sicurezza urbana", con l'obiettivo di prevenire e contrastare i reati nelle aree più sensibili.
Le questioni aperte in Commissione
Nel dibattito, i consiglieri comunali hanno sollevato punti cruciali: dalla necessità di un coinvolgimento dei rappresentanti del territorio alla richiesta di un uso più tempestivo delle immagini già disponibili. Si è discusso anche della chiarezza sui costi di connettività e della possibilità di far risarcire le ditte che danneggiano gli impianti durante i lavori stradali. Altro nodo: la distinzione netta tra i sistemi per la sicurezza pubblica e quelli per il controllo del traffico.
La sfida dell'interconnessione
Infine, il cuore della sfida operativa: l'effettiva interconnessione tra le varie forze di polizia. I consiglieri hanno chiesto a gran voce di garantire un accesso pieno e condiviso alle immagini da parte di Polizia Municipale, Questura e Carabinieri. Solo un flusso dati integrato, infatti, può potenziare la capacità di intervento in tempo reale, trasformando le telecamere da semplici "testimoni" in strumenti attivi di sicurezza.





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