Napoli – Un bollettino di guerra che non risparmia nessuno: nel 2024, la provincia di Napoli ha registrato un drammatico +26,1% di vittime della strada, con 111 morti contro gli 88 dell'anno precedente.
È quanto emerge dall'ultimo report ACI-ISTAT, pubblicato il 14 ottobre, che colloca Napoli al primo posto tra le province italiane per l'aumento assoluto di decessi: +23 in un solo anno.
Un incremento che stride con il trend nazionale, dove i morti sono calati dello 0,3% (da 3.039 a 3.030), a fronte di un lieve aumento degli incidenti (+4,1%, per un totale di 173.364 sinistri con lesioni).
In Campania, la situazione è altrettanto allarmante: +18,6% di decessi (da 220 a 261, +41 vittime), con incidenti in crescita del 6,2% (10.874 contro 10.242) e feriti +4,8% (15.386).
Numeri che dipingono un quadro di vulnerabilità cronica, dove strade urbane e extraurbane diventano trappole letali, e la prevenzione resta un miraggio.La Città Metropolitana di Napoli, con i suoi 5.858 incidenti registrati nel 2024, ha visto non solo esplodere le morti (+26,1%), ma anche i feriti (+7,2%, da 7.385 a 7.918).
Un ritmo infernale: 16 sinistri al giorno, 22 persone con lesioni e oltre due decessi a settimana. Il fenomeno si concentra nei centri abitati, dove 81 delle 111 vittime hanno perso la vita su 4.941 incidenti, ma sono le arterie extraurbane a rivelarsi micidiali, con un tasso di mortalità del 4,5% (4,5 morti ogni 100 sinistri), quadruplo rispetto alla media nazionale di 1,7%.
Giovani e notti sono i capitoli più tragici: il 36% delle vittime ha meno di 30 anni (40 casi), e 23 di questi decessi – quasi la metà – si è consumato tra le 22 e le 6 del mattino, ore in cui la vigilanza cala e i rischi si amplificano.
Le cause? Un cocktail letale di distrazione e imprudenza.
La guida con lo sguardo al telefonino è responsabile del 25% degli incidenti totali, mentre l'alta velocità miete il 36% delle vittime fatali, trasformando un semplice errore in tragedia irreversibile. Escludendo il capoluogo, Pozzuoli guida la classifica dei sinistri con 233 episodi, ma è Giugliano in Campania a detenere il primato macabro: 7 morti e 359 feriti, un'epidemia locale che interpella istituzioni e comunità.
Un barlume di speranza, seppur flebile, arriva dal Comune di Napoli, dove la sinistrosità mostra lievi segnali di miglioramento. Gli incidenti sono saliti del 6,9% (da 2.378 a 2.544) e i feriti del 6,4% (da 3.066 a 3.262), ma i decessi sono calati del 5,4% (da 37 a 35), un progresso che supera il -0,3% nazionale.
Eppure, l'allarme resta alto per i pedoni: 16 morti nel 2024, il 45,7% del totale, con un +45,5% rispetto agli 11 dell'anno prima. A questo si aggiungono 10 centauri e un ciclista uccisi, mentre le cause non cambiano: distrazione al 24,3% per i sinistri generali, velocità al 36% per i fatali.
Positivo il calo dei decessi under 30 (-30%, a 7 casi), ma preoccupante l'aumento tra gli over 65 (+7,1%, a 14), segno di una mobilità fragile per gli anziani.A livello regionale, la Campania si conferma fanalino di coda: l'incremento dei morti (+41) è il più alto d'Italia, e solo Benevento offre un contrappunto virtuoso, con cali su tutti i fronti (-5,5% incidenti, -27,3% morti, -3,9% feriti). Sul piano nazionale, i pedoni deceduti sono 470 (-3,1%), i ciclisti 185 (-12,7%, di cui 20 su e-bike, +66,7% rispetto al 2023), e 23 conducenti di monopattini.
Dati che, secondo gli esperti, frenano l'Italia verso l'obiettivo UE 2030 di dimezzare i morti stradali rispetto al 2019, con un +4,1% di incidenti che vanifica i progressi.
"La battaglia per la sicurezza stradale richiede un salto di qualità", tuona Antonio Coppola, presidente dell'Automobile Club Napoli, in un appello che riecheggia le recenti tragedie, come quella su Corso Umberto. "Non dobbiamo aspettare gli eventi luttuosi per intervenire, ma prevenire in tempo utile.
Come ribadito nell'Osservatorio sugli incidenti promosso dal prefetto Michele di Bari, sensibile al tema, non si può attendere anni per i miglioramenti infrastrutturali. Serve intensificare i controlli, potenziare la Polizia municipale e la videosorveglianza. Ma il vero cambiamento parte dalla testa: corsi di formazione nelle scuole per studenti e docenti, campagne di sensibilizzazione capillari". Parole che, in un territorio dove il Vesuvio vigila su strade martoriate, suonano come un monito urgente. Perché ogni statistica è una storia interrotta, e Napoli non può permettersi altri lutti annunciati.
Articolo pubblicato il 16 Ottobre 2025 - 14:40 - A. Carlino
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