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Scampia, il coraggio di un piccolo imprenditore: arrestati il boss Pietro Caiazza e due felessimi

Prima pretendevano soldi dal titolare di un. autolavaggio e poi ne hanno rivendicato la proprietà chiedendone le chiavi
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Scampia – Si erano presentati a un autolavaggio di Scampia come padroni di casa, pretendendo di parlare con il titolare e rivendicando la proprietà dell’attività. Ma la vittima non si è piegata e ha trovato la forza di denunciare.

Da quella segnalazione, la Poliziadi Stato ha ricostruito un nuovo capitolo di racket nell’area nord di Napoli, arrivando all’arresto di tre uomini legati al clan Amato-Pagano.

All’alba di ieri gli agenti della Squadra Mobile, sezione Criminalità organizzata (dirigente Giovanni Leuci, vicequestore Giuseppe Sasso), hanno eseguito i provvedimenti cautelari emessi dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In manette sono finiti Pietro Caiazza, 63 anni, ras storico del Lotto G e cugino del capoclan Raffaele Amato, e Saverio Emanuele Margarita, 32 anni. Per il più giovane del gruppo, Gennaro Villone, 20 anni, sono invece stati disposti i domiciliari.

La minaccia

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, nell’aprile scorso i tre avrebbero affrontato il proprietario dell’autolavaggio, intimandogli di consegnare le chiavi e abbandonare l’attività. Un ordine che, a loro dire, proveniva direttamente da Caiazza, punto di riferimento del clan degli “Scissionisti”.

In un secondo incontro, il gruppo avrebbe addirittura stabilito un orario preciso in cui il commerciante avrebbe dovuto farsi trovare in sede per essere condotto dal boss.

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La denuncia del titolare ha dato il via alle indagini. Decisive le immagini dei sistemi di videosorveglianza, che hanno consentito di ricostruire i movimenti degli indagati. Durante una perquisizione è stata sequestrata anche una pistola semiautomatica con relativo munizionamento. Caiazza e Margarita, sono ora in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Nel 2016 Ciro Mauriello voleva uccidere Pietro Caiazza: fu salvato da zia Rosaria Pagano

Il nome di Pietro Caiazza non è nuovo agli archivi antimafia. Considerato da anni un elemento di vertice del clan Amato-Pagano, dopo la cattura di altri referenti aveva assunto il controllo del Lotto G, diventando uomo di fiducia di Rosaria Pagano, la “lady di ferro” del gruppo. La sua parentela con Raffaele Amato, “‘a vecchiarella”, lo ha reso figura di peso nella galassia degli Scissionisti.

Nell'estate del 2016 però Ciro Mauriello, numero due della cosca dopo la Pagano, era entrato in netto contrasto con il suo fedelissmo Pierino Caiazza. Aveva deciso di eliminarlo. Fu grazie all'intercessione della stessa zia Rosaria che fu evitato un omicidio eccellente interno.

Il blitz di Scampia conferma quanto il fenomeno estorsivo sia ancora radicato nella periferia nord di Napoli. In piena estate, infatti, gli investigatori hanno registrato diverse “bussate” a commercianti della zona, in alcuni casi accompagnate da vere e proprie intimidazioni. A contendersi il territorio restano gli Amato-Pagano e i rivali della Vanella Grassi, famiglie che continuano a incutere paura e a battere cassa con il racket.

(nella foto da sinistra il boss Puetro Ciazza, Saverio Emanuele Margarita e Gennaro Villone)

Articolo pubblicato il 17 Settembre 2025 - 07:27 - Giuseppe Del Gaudio

Commenti (2)

L’articolo mette in evidenza un problema serio di criminalità organizzata nel nord di Napoli. È preoccupante vedere come il racket sia ancora presente e come i commercianti devono affrontare situazioni così difficili. È importante che le autorità continuino a indagare e proteggere i cittadini.

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