in foto l'esplosione di pianura
Napoli– A poco più di 24 ore dall’esplosione che ha squassato il quartiere di Pianura, il Prefetto di Napoli Michele di Bari ha convocato d’urgenza il Centro Coordinamento Soccorsi per fare il punto sulla situazione dopo il drammatico scoppio nel deposito di fuochi d’artificio di via Vicinale Grottole.
Alla riunione, tenutasi questa mattina, hanno partecipato tutti i protagonisti dei soccorsi: la Protezione Civile regionale, i rappresentanti del Comune, i capi delle Forze dell’Ordine, i responsabili dei Vigili del Fuoco, l’ASL Napoli 1 Centro, il 118 e il Presidente della Municipalità 9, il territorio dove ieri, intorno alle 16, una sequenza di boati e un enorme rogo hanno terrorizzato la città.
Dall’incontro è emerso un primo bilancio operativo: l’incendio divampato nella vegetazione circostante a causa dell’esplosione è stato completamente domato. Le squadre dei Vigili del Fuoco, però, restano sul posto per un monitoraggio continuo, con termocamere, della temperatura all’interno della cava dove è avvenuto lo scoppio. L’obiettivo è scongiurare il riattivarsi di focolai nascosti fra le macerie. Un presidio di sicurezza, che coinvolge tutti gli operatori, rimane attivo nell’area per garantire l’incolumità pubblica.
La risposta delle istituzioni, però, guarda già al futuro per prevenire una nuova tragedia. In Prefettura è stata condivisa la necessità di potenziare immediatamente l’attività della Commissione tecnica territoriale per le sostanze esplodenti. Ispettori specializzati saranno inviati a effettuare controlli a tappeto presso tutte le fabbriche di prodotti esplodenti della provincia per verificare la puntuale osservanza delle norme di sicurezza tecniche e amministrative. Un’operazione di stringente verifica che avrà come obiettivo primario i titolari delle licenze per la fabbricazione e lo stoccaggio dei fuochi d’artificio.
L’episodio di Pianura, che miracolosamente non ha causato vittime, riaccende i riflettori su un problema cronico del territorio napoletano: la sicurezza di questi depositi, spesso collocati in aree periferiche ma non per questo meno pericolose per chi ci vive accanto.