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Blitz nel carcere di Salerno, sequestrati 30 cellulari e stupefacenti

I controlli nel carcere di Fuorni hanno portato alla luce un vero e proprio commercio di telefonini e droga
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Salerno- Maxi operazione stamattina nella Casa Circondariale di Salerno. Un imponente blitz, condotto da unità specializzate e coordinato dai vertici dell'istituto, ha portato al ritrovamento di un ingente carico di materiali illeciti.

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Tra i reclusi sono stati sequestrati circa 30 telefoni cellulari, tra cui smartphone, microtelefoni e tablet, oltre a una quantità significativa di sostanze stupefacenti, principalmente hashish e cocaina.

La notizia, confermata da Marianna Argenio, vice segretario regionale del Sappe per la Campania, mette in luce una situazione di allarme all'interno delle carceri. L'operazione ha visto la partecipazione di squadre speciali provenienti da altre strutture della regione, a testimonianza della gravità e della complessità del fenomeno.

Il ritrovamento di questi dispositivi rappresenta una minaccia concreta per la sicurezza interna e per il contrasto alla criminalità organizzata. L'uso di cellulari permette infatti ai detenuti di mantenere contatti con l'esterno, continuando a gestire traffici illeciti e a commettere reati anche dall'interno delle mura penitenziarie.

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L'operazione odierna si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione. Già nel 2022, un'indagine della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo aveva segnalato una diffusione preoccupante di questi strumenti. La perquisizione di oggi conferma un trend in preoccupante aumento, rendendo indispensabile un'intensificazione dei controlli e delle indagini.

In una nota, il sindacato Sappe ha voluto sottolineare il ruolo cruciale della Polizia Penitenziaria: «Il personale della Casa Circondariale di Salerno, pur tra mille difficoltà, continua ogni giorno a operare con abnegazione, professionalità e sacrificio, rappresentando un baluardo fondamentale nella gestione della sicurezza e della legalità».

Va ricordato che, dal 2020, il possesso indebito di dispositivi di comunicazione da parte dei detenuti non è più solo una sanzione disciplinare, ma è diventato un reato, a sottolineare la gravità di un fenomeno che le autorità sono determinate a stroncare.

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