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Cilento sotto choc per due episodi di violenza sulle donne: un arresto e un allontanamento

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Salerno  – L’estate, tempo di ferie, di sole e di spensieratezza. Ma non per tutti. Mentre le spiagge del Cilento si riempiono di turisti, un’ombra cupa continua a insinuarsi nelle case e nelle strade: la violenza contro le donne.

A Marina di Camerota e Foria di Centola, due episodi distinti ma ugualmente gravi hanno squarciato il velo di silenzio, riportando alla luce un dramma che non va mai in vacanza. Un uomo allontanato con urgenza per violenze e minacce alla moglie, un altro arrestato per aver colpito una vicina con un bastone, causandole un trauma cranico.

Due storie, due comunità sconvolte, un unico denominatore: l’incapacità di spezzare una spirale di violenza che sembra intensificarsi proprio quando l’estate dovrebbe portare leggerezza.Partiamo da Marina di Camerota, dove i Carabinieri, su disposizione della Procura di Vallo della Lucania, hanno agito con tempestività nell’ambito del Codice Rosso.

 I due episodi a Marina di Camerota e nella frazione Foria di Centola

“Un uomo è stato allontanato con urgenza da casa dopo ripetuti episodi di violenza fisica e minacce nei confronti della moglie”, recita il comunicato. Ma non è tutto: il soggetto, incurante del divieto, avrebbe persino avuto l’ardire di aggredire la donna sul suo posto di lavoro.

Un comportamento che non è solo violenza, ma sfida aperta alla dignità e alla sicurezza di una persona. La misura del divieto di avvicinamento, imposta con rigore, è un primo passo, ma lascia un interrogativo che brucia: quanto tempo ci vorrà prima che la vittima possa sentirsi davvero al sicuro?

E, soprattutto, perché questi episodi continuano a ripetersi con una frequenza che fa rabbrividire?A Foria di Centola, la storia si tinge di dettagli ancora più inquietanti. Un uomo è stato arrestato per aver perseguitato e colpito con un bastone una vicina di casa, causandole un trauma cranico.

Motivo? Banali dissidi di vicinato. Come se un diverbio possa giustificare il ricorso a un’arma improvvisata, come se la rabbia possa trasformarsi in un lasciapassare per ferire. Durante la perquisizione, i Carabinieri hanno trovato un pugnale artigianale e altri oggetti atti a offendere, un arsenale che parla di una violenza premeditata, non di un raptus.

È il ritratto di un’aggressività che cova, che si alimenta di rancori e che esplode contro chi, troppo spesso, è percepito come il bersaglio più facile: una donna.

Ma contro la violenza sulle donne, che strategia stiamo adottando? Il Codice Rosso è un’arma importante, certo, ma sembra un rigore tirato a porta vuota che, troppo spesso, finisce fuori. Gli interventi di Camerota e Foria dimostrano che le forze dell’ordine agiscono, ma il problema è a monte.

L’estate, con il suo carico di stress, di tensioni economiche e di convivenze forzate, sembra amplificare il fenomeno. Le ferie, che dovrebbero essere un momento di relax, diventano per molte donne un incubo: più tempo in casa, più occasioni di conflitto, più rischi di trovarsi intrappolate con un aguzzino.

E qui entra in gioco il mio punto di vista, con un pizzico di quella sana ironia napoletana che serve a non soccombere al peso della realtà. Non è accettabile che nel 2025, mentre programmiamo vacanze e postiamo foto al tramonto, ci sia ancora chi pensa che una donna sia un punching ball per sfogare le proprie frustrazioni.

Non è accettabile che una vicina debba temere per la sua vita per un litigio da cortile. E, permettetemi, non è accettabile che la risposta della società sia ancora così frammentata.

Servono scuole che insegnino il rispetto fin dall’infanzia, perché il problema non è solo di leggi, ma di cultura. E serve, soprattutto, che le vittime trovino il coraggio di denunciare, sapendo che non saranno lasciate sole.

Il Cilento, terra di bellezza e di cuore, non merita di essere macchiato da queste storie. Ma non possiamo limitarci a indignarci: ogni episodio è un campanello d’allarme, un invito a fare di più. La Procura di Vallo della Lucania sta facendo il suo, i Carabinieri pure. Ma noi? Come comunità, come tifosi della vita, come napoletani che sanno cosa significa lottare, cosa possiamo fare?

Forse iniziare a parlare, a non voltarci dall’altra parte, a non giustificare l’ingiustificabile. Perché “non si molla di un centimetro”. E contro la violenza sulle donne, non dobbiamo mollare mai.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Rosaria Federico il giorno 2 Agosto 2025 - 20:38


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