Sulla sommità verde di Capodimonte, là dove la città si affaccia sul silenzio e sulla storia, una cavità tufacea è diventata il teatro di un’attività totalmente abusiva. Un uomo, già conosciuto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia, aveva trasformato una cava in una rimessa per imbarcazioni, operando senza alcuna autorizzazione e ignorando le più basilari norme ambientali.
Il blitz della Polizia Locale – Unità Operativa di Polizia Giudiziaria e Ambientale – è scattato dopo le ripetute segnalazioni di residenti infastiditi da un pungente odore chimico che, soprattutto di sera, invadeva la zona. L’attività investigativa ha condotto alla scoperta dell’insolito cantiere: al momento del controllo, l’uomo era intento a verniciare un natante, ignaro dell’arrivo degli agenti.
Le verifiche hanno svelato uno scenario da manuale dell’abusivismo: nessuna autorizzazione per l’attività, gestione illecita di rifiuti speciali, immissioni incontrollate in atmosfera e, come se non bastasse, un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica. L’intera area è stata posta sotto sequestro e l’uomo deferito all’autorità giudiziaria.
Ancora una volta, il degrado ambientale e la mancanza di scrupoli trovano terreno fertile nella zona collinare, dove la bellezza del paesaggio viene talvolta violata da attività illegali che mettono a rischio la salute pubblica e l’equilibrio del territorio. Ma la risposta delle istituzioni, in questo caso, è arrivata puntuale, grazie alla collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine.
Articolo pubblicato da Vincenzo Scarpa il giorno 4 Agosto 2025 - 12:25
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