Botulino provoca due vittime in Italia
Roma – Un panino con salsiccia e broccoli, comprato da un banchetto ambulante a Diamante, sulla costa tirrenica cosentina, è costato la vita a un uomo di 52 anni, originario di Cercola, in provincia di Napoli.
E poi una salsa al guacamole consumata a una sagra vicino a Cagliari costata la vita a una donna di 38 anni, Roberta Pitzalis.
La causa? Botulismo alimentare, la stessa intossicazione che ha portato al ricovero altre sette persone, tra cui due ragazzi di 17 anni e una donna di 42 anni, all’ospedale Annunziata di Cosenza. Mentre a cagliari sono stati ricoverate altre sette persone.
La magistratura indaga, ma intanto l’allarme si riaccende: perché questa tossina, definita dall’Istituto Superiore di Sanità “il veleno naturale più potente per l’uomo”, continua a mietere vittime?
Il botulino è una tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, che prolifera in ambienti privi di ossigeno, come le conserve mal preparate. Bastano quantità microscopiche per provocare un’intossicazione letale.
I sintomi iniziali – annebbiamento della vista, difficoltà a deglutire, secchezza delle fauci – possono comparire da 6 ore a 15 giorni dopo l’ingestione e, se non diagnosticati in tempo, portare alla paralisi respiratoria e alla morte.
La vittima calabrese, dopo un primo controllo ospedaliero rivelatosi inconcludente, è morta durante il viaggio di rientro a Napoli. Un tragico errore di valutazione? Forse.
Perché, come spiega l’ISS, la diagnosi è essenzialmente clinica: serve un’osservazione attenta dei sintomi e della storia alimentare del paziente. Se presa in tempo, la malattia può essere trattata con antitossina, supporto respiratorio e decontaminazione intestinale, ma i tempi di recupero vanno da settimane a mesi.
Quello di Diamante non è un episodio isolato. In Italia, il botulismo colpisce soprattutto a causa di conserve domestiche mal preparate, nonostante le linee guida del Ministero della Salute e dell’ISS.
Nel 2023, due persone morirono in Puglia dopo aver mangiato olive sott’olio fatte in casa, mentre nel 2021 un’intera famiglia in Lombardia finì in terapia intensiva per una confettura non sterilizzata correttamente.
A differenza dei prodotti industriali – dove i processi di acidificazione e sterilizzazione sono rigidamente controllati – le conserve casalinghe sono il vero tallone d’Achille. Troppo spesso si seguono ricette tramandate oralmente, con dosi insufficienti di aceto o sale, ignorando il rischio mortale.
Niente conserve fai-da-te senza sterilizzazione (bollitura a 121°C per almeno 3 minuti).
Attenzione a sott’oli, salse e carne in scatola: se il barattolo è gonfio o emana odore sospetto, buttarlo immediatamente.
No al fai-da-te con pesce e salumi: il rischio è altissimo.
In caso di sintomi sospetti, correre in ospedale: ogni ora conta.
Le ultime due vittime rappresentano un monito: il botulino non dà segnali visibili, ma uccide in silenzio. E mentre la magistratura cerca responsabilità nel caso del panino avvelenato, la domanda resta: quante altre tragedie serviranno per convincere tutti a non sottovalutare questo killer invisibile?
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