Ariano Irpino – Un nuovo tentativo di far entrare droga in carcere, ma la Polizia Penitenziaria non abbassa la guardia.
Ieri, un detenuto in rientro da un permesso premio è stato sorpreso mentre cercava di introdurre 130 grammi di stupefacenti nel carcere di Ariano Irpino. Il metodo? Quattro ovuli ingeriti e poi rigurgitati durante i controlli di routine.
Gli agenti, già allertati dal comportamento sospetto dell’uomo, lo hanno sottoposto a verifica. E quando il detenuto ha espulso i pacchetti, il sequestro è stato immediato. Trasportato in ospedale per accertamenti, ora dovrà rispondere non solo della violazione delle condizioni del permesso, ma anche del tentativo di rifornire il mercato carcerario.
Un rischio sanitario e un business criminale
Quello degli ovuli ingeriti è un sistema pericolosissimo – per il detenuto, che rischia occlusioni o overdose, e per la sicurezza penitenziaria. Eppure, è una pratica sempre più diffusa, che sfrutta la “fiducia” concessa con i permessi premio.
Stefano Sorice Pellegrino, responsabile UILPA Polizia Penitenziaria di Ariano Irpino, lancia l’allarme: “Questi tentativi sono in crescita, e dietro c’è la criminalità organizzata, che lucra sullo spaccio in carcere”. Ma ieri gli agenti del Tricolle hanno dimostrato ancora una volta che l’esperienza batte l’astuzia.
Serve più sostegno alle forze dell’ordine
La UILPA plaude al lavoro degli agenti, ma chiede più risorse: “Serve un impegno concreto del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – sottolinea Sorice – perché i nostri uomini operano in condizioni spesso difficili, e ogni blocco alla droga in carcere è una vittoria contro la malavita”.
Intanto, il bilancio è chiaro: il sistema premiale è un’arma a doppio taglio, e mentre la criminalità prova a sfruttarlo, la Polizia Penitenziaria risponde colpo su colpo. Ma la partita è ancora aperta.
Articolo pubblicato da Gustavo Gentile il giorno 10 Agosto 2025 - 20:40
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