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Sgominata la “banda dei Rolex”: 13 arresti per rapine di lusso in tutta Europa

Tra i componenti c'era anche chi si occupava di trovare le "basi logistiche" per le "trasferte del crimine".
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La notizia in breve

  • Operazione Polizia di Stato smantella una banda napoletano-casertana specializzata in furti e rapine di orologi di lusso, con un bottino di 374.000 euro.
  • L'organizzazione, a carattere transnazionale, operava anche in Spagna, Francia e Germania. Due leader dirigevano le attività anche da un carcere a Ibiza.

Una vasta operazione della Polizia di Stato ha smantellato una pericolosa banda di napoletani e casertani specializzata in furti e rapine di orologi di lusso, principalmente Rolex.

L’azione ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Lucca, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 13 persone gravemente indiziate di associazione a delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio.

Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Lucca e dal Commissariato di Forte dei Marmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, hanno permesso di identificare i componenti di un gruppo criminale composto da circa 22 persone, tutti di origine campana. La banda era specializzata in colpi rapidi e violenti, con un bottino complessivo stimato in 374.000 euro.

Una rete criminale transnazionale

La portata dell’organizzazione era ben più ampia di quanto inizialmente ipotizzato. Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, con ramificazioni non solo in Italia (Forte dei Marmi, Milano, Torino), ma anche all’estero, in particolare in Spagna (Ibiza), Francia (Nizza, Cannes, Saint-Tropez) e Germania (Monaco).

Grazie al contributo investigativo delle polizie spagnola e francese, attivato tramite ordini di indagine europei, è stato possibile documentare l’esistenza di un sodalizio criminale perfettamente strutturato e stabilmente dedito a furti, rapine e alla successiva ricettazione di orologi di lusso. La banda beneficiava di una rete di fiancheggiatori che fornivano supporto logistico, procurando case in affitto, auto, documenti falsi e targhe.

Il modus operandi

Gli investigatori della Squadra Mobile di Lucca hanno ricostruito un modus operandi ben collaudato. I rapinatori,  in sella a motociclette e seguiti da complici su autovetture, percorrevano le strade più trafficate delle località turistiche a caccia delle loro vittime. Una volta individuato l’obiettivo, attendevano il momento propizio – ad esempio quando la vittima scendeva dall’auto o usciva da un locale – per poi aggredirla e strapparle l’orologio.

La violenza usata era spesso estrema: alcune vittime, tra cui anziani, sono state colpite con pugni al volto e al torace. Ogni membro della banda aveva un ruolo preciso: dagli esecutori materiali delle rapine a chi si occupava di spostare gli scooter usati per i crimini, anche all’estero, per eludere i controlli e compiere analoghi colpi con la stessa efferatezza.

L’identificazione di alcuni membri è avvenuta anche grazie a dettagli singolari: uno dei soggetti è stato riconosciuto perché immortalato in tre occasioni con lo stesso paio di scarpe, un altro è stato identificato da una foto che lo ritraeva di spalle su una moto, ma con il volto visibile nello specchietto retrovisore.

I leader dalla prigione di Ibiza

Un elemento sorprendente emerso dalle indagini riguarda la leadership dell’organizzazione. Due degli indagati, ritenuti al vertice dell’associazione come promotori e organizzatori, continuavano a dirigere le operazioni anche mentre erano detenuti a Ibiza, dove erano stati arrestati per rapine di Rolex.

Da lì, mantenevano contatti con i sodali in Italia, fornendo indicazioni operative, scegliendo e approvando i componenti della banda, le località da colpire, e finanziando i viaggi e i mezzi di trasporto.

Tra i componenti c’era anche chi si occupava di trovare le “basi logistiche” per le “trasferte del crimine”.

A seguito dell’esecuzione delle misure cautelari, nove degli indagati sono stati posti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre quattro sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Per le posizioni più marginali, il resto della banda è stato denunciato a piede libero.

L’operazione ha visto il contributo operativo della Squadra Mobile di Napoli e il supporto delle Squadre Mobili di Caserta, Foggia, Avellino e Salerno, oltre al Reparto Prevenzione Crimine Campania, tutti coordinati dal Servizio Centrale Operativo.


Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 23 Luglio 2025 - 11:33


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