Paolo Del Giudice, il capo della banda di truffatori
Napoli – “Devi morire… devi morire”: così ha reagito uno dei tre truffatori arrestati a Napoli quando ha capito che la vittima – un’anziana donna del Napoletano – non era più caduta nella rete dell’inganno.
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Un’escalation di odio e minacce che evidenzia, ancora una volta, la brutalità con cui i truffatori colpiscono gli anziani, approfittando delle loro fragilità e dei sentimenti più profondi, come l’amore per un figlio.
La vicenda si è consumata nei giorni scorsi, ma è emersa oggi grazie all’operazione dei Carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, che ha portato all’arresto di Paolo Del Giudice (32 anni), considerato il capo della banda, di Mario Torre (38 anni), e di Antonio Grimaldi (26 anni), il “corriere” che andava di casa in casa a ritirare denaro e gioielli.
I tre sono finiti in carcere su disposizione del GIP di Napoli Giovanni Vinciguerra. Indagata anche una donna del Casertano, che aveva messo a disposizione la propria abitazione come base logistica del gruppo.
Lo schema è ormai tristemente noto. Alla vittima arriva una telefonata concitata, in cui una voce camuffata, in lacrime, simula quella del figlio: “Mamma, ho fatto un guaio… ho investito una donna incinta, aiutami”. Poi entra in scena il finto avvocato, che riferisce della gravità dell’incidente e del rischio di arresto per il giovane, “reo” di non aver prestato soccorso.
A quel punto, la richiesta: quasi 15mila euro per una “cauzione risarcitoria”, da consegnare immediatamente a un presunto collaboratore. Ma qualcosa non torna: l’anziana, seppur sconvolta, comincia a sospettare e chiede una ricevuta. Di fronte all’insistenza, il truffatore minaccia di interrompere la “pratica”.
Quando però la linea cade accidentalmente, la donna ha il tempo di consultarsi con un conoscente, che la mette in guardia. Così, al momento della seconda telefonata, la signora pone una domanda chiave: “Mi dica la data di nascita di mio figlio”. La truffa crolla e il criminale reagisce con odio: “Devi morire”.
Durante le perquisizioni, i militari hanno trovato nella casa di uno degli arrestati un articolo di giornale (Fanpage) che raccontava una precedente truffa, conservato come un trofeo. I truffatori, per scegliere le vittime, si servivano delle Pagine Bianche online, selezionando nomi che lasciassero presumere l’età avanzata.
La truffa smascherata è solo l’ultima di una lunga serie che colpisce gli anziani in Campania e in tutta Italia. Vittime spesso sole, fragili, impaurite. Un problema sociale sempre più drammatico, che impone una risposta ferma e coordinata: prevenzione, sensibilizzazione e repressione.
Mai fidarsi di telefonate allarmanti: soprattutto se si parla di denaro da consegnare urgentemente.
Chiedere sempre conferme: fare una controchiamata al familiare coinvolto o alle forze dell’ordine.
Non aprire la porta a sconosciuti: nemmeno se si presentano come avvocati, tecnici o amici di parenti.
Segnalare sempre alle forze dell’ordine ogni episodio sospetto, anche se non si è caduti nella trappola.
Associazioni per anziani e forze dell’ordine continuano a promuovere campagne di informazione e incontri pubblici. Ma è fondamentale anche il ruolo delle famiglie e dei vicini: ascoltare, proteggere e informare gli anziani è la prima vera difesa contro queste vili truffe.
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