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ULTIMO AGGIORNAMENTO : 17 Luglio 2025 - 09:44
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Napoli, il Consiglio di Stato boccia il ricorso del Bagno Elena: la spiaggia torna libera in attesa della gara

I giudici: "L'Autorità Portuale in ritardo, si tuteli l’interesse pubblico"
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Una delle spiagge più iconiche di Napoli, quella del Bagno Elena a Posillipo, torna ad essere libera. Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dai gestori dello stabilimento balneare per ottenere la sospensione della sentenza del Tar Campania, che aveva annullato la proroga della concessione rilasciata dall’Autorità Portuale.



Una decisione che restituisce temporaneamente l’arenile alla collettività e apre la strada a una nuova gara pubblica per l’assegnazione.

Nel mirino dei giudici è finita la condotta dell’Autorità Portuale di Napoli, accusata di aver prorogato le vecchie concessioni senza aver mai indetto una gara, nonostante l’obbligo sancito dalle norme europee.

Secondo il Consiglio di Stato, l’ente avrebbe finora svolto soltanto una “mera attività prodromica” e non avrebbe dato corso agli atti concreti per garantire una procedura trasparente di assegnazione.

Il ricorso e la battaglia legale

Il ricorso era stato presentato da Mario Morra, titolare del Bagno Elena e rappresentante del sindacato balneari, affiancato nel giudizio proprio dall’Autorità Portuale. Dopo la sentenza del Tar, Morra aveva ottenuto un decreto monocratico che gli aveva consentito di restare in spiaggia fino all’udienza del 15 luglio.

Ma la decisione collegiale ha ribaltato tutto: ora dovrà sgomberare completamente l’arenile dalle attrezzature, lasciando spazio alla libera balneazione.

La vicenda era stata innescata da un ricorso di Edoardo Trotta, imprenditore e titolare del ristorante Palazzo Petrucci, affacciato proprio sulla spiaggia contesa. Trotta ha chiesto l’indizione di una gara pubblica per partecipare e trasformare l’area in uno stabilimento balneare di lusso.

I giudici amministrativi hanno dato ragione a Trotta, sottolineando che “non sussistono le condizioni per accordare tutela all’interesse privato della società ricorrente alla continuità della propria azienda”, e che invece va tutelato l’interesse pubblico “alla fruizione collettiva e indistinta del bene pubblico”, così come quello degli altri operatori economici che aspirano a concorrere alla pari.

Il precedente giuridico

L’ordinanza del Consiglio di Stato si inserisce in un filone giurisprudenziale sempre più consolidato: diversi Tar regionali hanno già dichiarato illegittime le proroghe delle concessioni demaniali fino al 2027, previste da un decreto legge del governo Meloni nel settembre 2024, in quanto in contrasto con il diritto europeo.

Nel caso specifico, l’annullamento ha riguardato la delibera del 9 maggio 2024, la concessione provvisoria n. 112 del 2024 e un’ulteriore delibera dell’Autorità del 23 gennaio 2025. Tutti atti ritenuti contrari ai principi Ue sulla concorrenza e la libera partecipazione alle gare pubbliche.

La storia del Bagno Elena

Il Bagno Elena non è solo una spiaggia, ma un pezzo di storia di Napoli. Nato nel 1840 con il nome di “Bagni Marini”, è considerato il primo stabilimento balneare della città. Tra Ottocento e Novecento fu frequentato da personaggi del calibro di Oscar Wilde, Richard Wagner, Maksim Gor’kij, e poi Totò, Eduardo De Filippo e Domenico Rea. Si racconta perfino che la baia fosse il rifugio segreto dell’ammiraglio Nelson e della sua lady Hamilton.

Adesso, però, quel tratto di costa che si affaccia su Palazzo Donn’Anna torna libero, almeno fino a quando non verrà bandita una nuova gara. E Napoli – per il momento – si riappropria di una parte della sua memoria balneare.

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 17 Luglio 2025 - 07:32


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