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Ischia, imprenditore arrestato: “Io comando qui, sono il re dei rifiuti”

Angelo Marrazzo si presentava come referente del clan Moccia per imporre la sua compagnia di navigazione
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Ischia, imprenditore arrestato: “Io comando qui, sono il re dei rifiuti”

Ischia – “A Ischia comando io, il re dei rifiuti sono io”. Così si sarebbe rivolto a un imprenditore Angelo Marrazzo, 76 anni, imprenditore attivo nel settore del trasporto rifiuti tra le isole del Golfo e la terraferma, arrestato dalla Polizia nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

A suo carico le accuse di estorsione aggravata dal metodo mafioso e concorrenza sleale con minaccia e violenza.

Secondo la ricostruzione degli investigatori della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo e del Commissariato di Ischia, Marrazzo si sarebbe presentato come referente del clan camorristico Moccia sull’isola, esercitando un vero e proprio monopolio sul trasporto di rifiuti speciali attraverso la compagnia marittima Tra.Spe.Mar., formalmente intestata a una nuora.

Le minacce: “O ti rivolgi a noi o non lavori più”

Marrazzo avrebbe imposto agli operatori del settore ambientale l’utilizzo esclusivo delle sue navi, minacciando ritorsioni come sequestri di camion, sanzioni amministrative, o controlli forzati da parte delle autorità. Una delle vittime ha riferito alla polizia che per otto anni si sarebbe visto costretto a pagare 250 euro a trasporto – 170 euro per l’andata e 80 per il ritorno, anche senza usufruirne – per non incorrere in problemi.

Nel 2019, quando uno degli imprenditori si rifiutò di sottostare al sistema, subì una raffica di controlli: patente sospesa, camion sequestrato e una sanzione. Una reazione, secondo l’indagine, tutt’altro che casuale.

Il “dossieraggio” per mantenere il controllo

Dalle testimonianze raccolte, emerge che sarebbero almeno dieci gli imprenditori costretti ad adeguarsi alle richieste di Marrazzo.

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Alcuni hanno riferito alla polizia di aver subito fotografie e riprese durante gli imbarchi e sbarchi, usate per segnalare presunte irregolarità alle autorità portuali o municipali. Una strategia di intimidazione sistematica che, secondo gli inquirenti, gli ha permesso di consolidare un monopolio illecito.

Le intercettazioni ambientali hanno confermato il clima di intimidazione. In una di queste, Marrazzo afferma senza mezzi termini: “La gestione dei rifiuti è dei Moccia, o vi rivolgete a noi o non lavorate”.

Sequestrate le motonavi

Il provvedimento cautelare ha previsto anche il sequestro preventivo di due motonavi della Tra.Spe.Mar., considerate lo strumento operativo del sistema di minacce e concorrenza sleale. Secondo la Procura, erano utilizzate per il trasporto di rifiuti speciali, merci infiammabili e rottami tra Ischia, Napoli, Pozzuoli e Procida.

Il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno sottolineano che Marrazzo avrebbe “fatto leva sulla forza di intimidazione derivante dall’evocata appartenenza a un sodalizio camorristico” per assicurarsi il dominio nel settore.

Le indagini proseguono: la Procura intende verificare l’estensione del sistema intimidatorio e accertare eventuali complicità o coperture.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA Articolo pubblicato il 5 Giugno 2025 - 20:24 - Rosaria Federico

Commenti (1)

L’articolo parla di un caso molto grave a Ischia, ma ci sono molte informazioni che non si capiscono bene. È strano come certi imprenditori siano costretti a pagare per non avere problemi. Speriamo che la situazione migliori.

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