L’ingresso in aula magna a Coverciano è stato accompagnato da un applauso spontaneo e sentito, un’ovazione di mani che hanno riconosciuto in Gianluigi Donnarumma non solo il neo campione d’Europa con il PSG, ma anche il volto e la voce della Nazionale italiana che guarda al futuro con determinazione.
Capitano con lo sguardo sicuro e le parole di chi ha già vissuto molto, Donnarumma è oggi il punto fermo di una difesa azzurra segnata dalle assenze, ultima in ordine di tempo quella di Matteo Gabbia, rientrato per indisponibilità e sostituito da Daniele Rugani, convocato sette anni dopo la sua ultima apparizione in campo con l’Italia.
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Donnarumma: "Riportiamo l'Italia al Mondiale"
Reduce da un trionfo europeo che definisce il momento più bello della sua carriera, Donnarumma racconta anche la difficoltà di goderselo fino in fondo, «perché ho dei fratelli che hanno perso quella finale. E abbracciarli dopo la partita ha significato molto». E poi c’è il ritorno in patria, talvolta più spigoloso del previsto: «Non è stato facile non essere accolto come avrei sperato, ma oggi sento di aver riconquistato la fiducia di tutti».
Una fiducia che vuole ripagare sul campo, portando serenità e compattezza a un gruppo giovane ma ambizioso, guidato da Luciano Spalletti. Infine, un pensiero ai più giovani: quelli che come lui un tempo calcavano i campi delle finali del Settore Giovanile. «È stata un’esperienza unica. Ai ragazzi dico: divertitevi e godetevela fino in fondo». Parole da leader, parole da capitano.






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