L’esonero di Luciano Spalletti non è solo una questione tecnica. Parola di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, che — intervenendo durante l’incontro “Quo vadis Roma?” al Museo Maxxi — ha lanciato un messaggio chiaro alla Federazione e al mondo del calcio italiano: cambiare allenatore non basta, serve una scossa profonda al sistema.
“La gestione dell’esonero mi ha lasciato perplesso – ha detto Abodi – ma non entro nel merito delle scelte tecniche.Potrebbe interessarti
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La direzione sembra tracciata: entro luglio — o al massimo ad agosto — sarà operativa una commissione indipendente incaricata di collaborare con la FIGC in modo esterno e imparziale. “Non per invadere il campo – precisa Abodi – ma per assicurare che i criteri patrimoniali, i controlli sulle proprietà, le regole d’iscrizione al campionato e tutti i meccanismi regolatori siano realmente efficaci.”
Una dichiarazione che suona come un avviso a chi guida oggi il calcio italiano: le riforme devono passare da azioni concrete e condivise, non da semplici cambi di facciata. Il Parlamento sarà coinvolto, ma senza scontri istituzionali: “Ognuno resti nel proprio perimetro — ha concluso il ministro — ma collabori in modo costruttivo. Se servirà una nuova legge, siamo pronti a scriverla.”






Commenti (1)
L’esonero di Spalletti ha creato tante polemiche, ma io credo che ci sia bisogno di un cambiamento più profondo nel calcio italiano. Le parole di Abodi sono chiare e devono essere ascoltate da tutti gli attori coinvolti. Non basta cambiare il allenatore.