Sabato 24 maggio 2025, alle ore 17.00, si terrà in modalità online la presentazione del libro "Storia della fiera di Cannalonga (SA)", scritto dal ricercatore Aniello Amato. L’evento è promosso dall’Associazione storico-culturale *Progetto Centola* e dal *Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura*.
Relatori e moderazione
L’incontro sarà introdotto e moderato da Ezio Martuscelli, presidente di entrambe le realtà organizzatrici. A dialogare con l’autore interverranno: Antonella Casaburi, scrittrice; Maura Fortunati, docente presso l’Università di Genova; e lo storico Fernando La Greca. A concludere, l’intervento dell’autore.
Come partecipare
La presentazione si svolgerà sulla piattaforma Google Meet. Gli interessati sono invitati a collegarsi a partire dalle ore 16.45 al seguente link: meet.google.com/oiw-cpsz-rgu
Un libro che racconta un’identità
Il volume, pubblicato dal Centro di Promozione Culturale per il Cilento e disponibile su Amazon, ripercorre la lunga storia della fiera di Cannalonga, un evento millenario che affonda le sue radici nel basso Medioevo.Potrebbe interessarti
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Le origini: devozione e scambi rurali
In origine, la fiera si svolgeva ogni 13 dicembre in un’area esterna all’antico casale di Cannalonga, probabilmente nei pressi di una cappella rurale dedicata a Santa Lucia. Vi si commerciavano principalmente animali da cortile come maiali, pecore e capre, oltre a prodotti artigianali locali come scarpe e indumenti in lana.
Evoluzione nei secoli
Con il passaggio del baronato ai Mogrovejo nel 1680, la fiera cambiò periodo: dal XVIII secolo fu spostata alla terza domenica di settembre, andando a completare un ciclo mercatale che seguiva di pochi giorni la fiera della Croce di Stio. In questa fase, l’evento si arricchì con il commercio di tessuti di lino e beni dell’universo agro-pastorale.
Dalla “fiera di Santa Lucia” alla “fiera della frecagnòla”
Alla fine dell’Ottocento, la data venne anticipata alla seconda domenica di settembre e l’evento assunse la denominazione attuale di *fiera della frecagnòla*. Questo nome, fortemente evocativo, è oggi simbolo di un’identità culturale viva e resistente.
Tradizione che si rinnova
Grazie alla capacità della comunità locale di adattarsi ai cambiamenti storici, la fiera di Cannalonga si è trasformata in uno degli appuntamenti folkloristici più rappresentativi del Cilento rurale. Un mix di danze, musiche popolari, artigianato, commercio e tradizioni enogastronomiche che continua ad attrarre residenti e visitatori.
Commenti (1)
L’evento della presentazione del libro su Cannalonga pare molto interessant, ma non so se riuscirò a collegarmi perche ho altri impegni. Comunque, è bene che si valorizzi la storia locale e la tradizione.