Napoli – È durata appena 42 secondi la folle corsa armata che la notte del 24 ottobre ha attraversato le strade tra la Sanità e piazza Mercato a Napoli, culminata con la morte del 15enne Emanuele Tufano.
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Una dinamica da guerra urbana, documentata da telecamere e ricostruita dagli investigatori della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, con il supporto di intercettazioni e testimonianze.
Dodici giovani, distribuiti su sei scooter partiti da via Fontanelle, erano diretti a piazza Mercato. Ignari della presenza di un gruppo rivale alle spalle, sono stati inseguiti lungo via Antonietta De Pace fino a via Carminiello al Mercato, dove si è consumato il conflitto a fuoco. Cinque le pistole utilizzate, decine i bossoli ritrovati.
Tufano, in sella del penultimo scooter del gruppo Sanità, è stato colpito frontalmente da un proiettile che ne ha causato la caduta e il decesso. Ferito anche il passeggero minorenne, M. V., colpito a un braccio.
Le immagini mostrano il gruppo di scooter aprire il fuoco in corsa: i passeggeri, con il braccio teso all’indietro, sparano all’impazzata. Tufano perde il controllo del mezzo e cade, travolgendo anche l’ultimo scooter. I due superstiti fuggono a piedi e vengono poi caricati da una Mercedes guidata da un complice. Un terzo giovane recupera lo scooter e segue l’auto.
Il gruppo di piazza Mercato era composto solo da 4 giovani
Il gruppo rivale, quello del Mercato, era composto da quattro giovani su due scooter: tra loro anche F. A., minorenne, che ha ammesso di aver sparato nascosto dietro un cassonetto. La Scientifica ha rinvenuto bossoli compatibili con la sua arma e con quelle usate dai complici.
Dopo lo scontro, i sei scooter del gruppo Sanità si disperdono tra Forcella e via dei Vergini. Le indagini, supportate da filmati e intercettazioni ambientali, hanno permesso di identificare molti dei protagonisti, tutti giovanissimi, alcuni addirittura minorenni. E tra questi i maggiorenni del gruppo di baby camorristi del rione Sanità arrestati ieri su disposizione del gip, Alessandra Cesare della 32esima sezione del Tribunale di Napoli.
Si tratta di Francesco Auricchio, 20 anni; Cristian Scarallo, 19 anni, Mattia Buonafine, 20 anni; Raffaele Criscuolo, 19 anni; Simone Gioffredo, 19 anni; Vincenzo Zerobio, 20 anni; Francesco Esposito, 19 anni detto pezzettino e Gennaro De Martino, del gruppo del rione Mercato che di anni ne ha già quasi 27.
Tra gli indagati figura anche il 20enne Emanuele Durante ucciso per mano del clan Sequino del rione Sanità a marzo scorso come vendetta di quella sparatoria e della morte di Emanuele Tufano. E infine ci sono 3 minorenni del gruppo del rione Mercato e altri tre della Sanità.
La Polizia Scientifica ha accertato che i proiettili provenivano da almeno cinque pistole diverse.Il colpo mortale che raggiunse Tufano avvenne nella parte finale di via Carminiello al Mercato. .
Mentre il corpo di Tufano e il suo scooter giacevano sull’asfalto, il minorenne che era colui sebbene fertio così come un altro minore caduto con lo scooter si diedero alla fuga a piedi, venendo poi soccorsi da una Mercedes guidata da R. A. Il minorenne caduto, invece, recuperò il suo scooter e seguì l’auto.
La fuga dopo la sparatoria
Le immagini delle telecamere immortalano la fuga degli altri quattro scooter del gruppo Sanità, che precedevano Tufano e N.G., dileguatisi verso piazza Calenda in direzione Forcella. Gli investigatori sono riusciti a identificare i passeggeri di questi mezzi: Giuseppe Auricchio con Cristian Scarallo, Emanuele Durante con Mattia Buonafine, Raffaele Criscuolo con il minorenne F. P. F. e Vincenzo Zerobio con Francesco Esposito.
Le riprese mostrano come questi scooter, giunti a corso Umberto, invertirono la marcia per imboccare via Egiziaca a Forcella, per poi raggiungere via Duomo, via Foria e via dei Vergini, facendo infine ritorno al punto di partenza in via Fontanelle (tranne lo scooter di Zerobio ed Esposito, che si diresse verso via dei Cristallini).
Il gruppo del Mercato, composto da quattro persone su due scooter, si era fermato all’incrocio tra via Antonietta de Pace e via Bartolomeo Chioccarelli. il minorenne A. P., in sella al primo scooter con F. A. pure luini di minore età come passeggero, e Gennaro De Martino, che conduceva il secondo con G. M. in sella, avevano visto i loro inseguitori.
I primi due scesero dal mezzo e si mossero a piedi, mentre G.M. e De Martino rimasero sullo scooter. Il gruppo si ricongiunse in piazza Mercato, per poi far perdere le proprie tracce.
La ricostruzione dettagliata degli eventi, supportata da numerose immagini e video analizzati dalla polizia giudiziaria, rivela come lo scontro armato sia iniziato in via Antonietta de Pace, a circa 150 metri da piazza Mercato, dove vicino a un cassonetto furono rinvenuti numerosi bossoli.
I fotogrammi delle telecamere di sorveglianza e i video allegati all’informativa mostrano come l’inseguimento e il conflitto a fuoco si consumarono in appena 42 secondi. Le riprese di esercizi commerciali vicini immortalano il rapido passaggio dei sei scooter del gruppo Sanità, seguiti dai due del gruppo del Mercato e da un terzo scooter non coinvolto.
Un elemento cruciale emerge dall’audio registrato da una telecamera di un garage in via Bartolomeo Chioccarelli, dove si odono chiaramente una rapida sequenza di spari, urla e la voce di qualcuno che incita a “prendere il mezzo”, una drammatica testimonianza del decesso di Emanuele Tufano.
I video successivi immortalano il corteo degli scooter della Sanità, con alcuni passeggeri che appaiono con il braccio disteso all’indietro, come se stessero puntando una pistola. Si nota distintamente il passeggero del terzo scooter, il minorenne F. P. F., esplodere due colpi. Le immagini mostrano anche l’impatto dello scooter di Tufano contro un mezzo parcheggiato e la sua conseguente caduta, che provocò anche la caduta dell’ultimo scooter guidato da N.G. La perdita di equilibrio di Tufano, in assenza di ostacoli sulla strada, appare ragionevolmente collegata al colpo mortale ricevuto.
Oltre alle immagini c’è anche un testimone
Le videoregistrazioni confermano la fuga di M.V. e N.G., soccorsi poco dopo da un’auto, e il ritorno di G. per recuperare il suo scooter. Gli altri quattro scooter del gruppo Sanità si dileguarono verso Forcella, continuando a sparare, come confermato dalla testimonianza di un passante di nazionalità nord africana che assistette alle fasi finali dello scontro. Il gruppo del Mercato, invece, si era fermato in via Antonietta de Pace, con P. e A. scesi dal mezzo, come confermato dallo stesso A. in sede di interrogatorio, ammettendo di aver sparato contro il gruppo rivale dopo essersi riparato dietro un cassonetto.
Il ritrovamento di bossoli calibro 6,35 compatibili con l’arma di A., rinvenuti sia vicino al cassonetto che in prossimità del luogo dove cadde Tufano, suggerisce che anche gli altri membri del gruppo del Mercato, M. e Gennaro De Martino, aprirono il fuoco contro gli antagonisti.
Dalle intercettazioni contenute invece nell’ordinanza cautelare che ha colpito il presunto killer (Alexandr Babaylan) e il presunto mandante (Salvatore Pellecchia detto Dudù) dell’omicidio di Emanuele Durante invece si fa il nome di colui che avrebbe esploso per errore i colpi mortali contro Emanuele Tufano e l’amico minorenne. Ma non ci sono le prove.
Ma a pagare con la vita è stato Emanuele Durante indicato come presunto “traditore” agli occhi del clan Sequino.
(nella foto da sinistra: la vittima Emanuele Tufano, Mattia Buonafine, Giuseppe Auricchio, Simone Gioffredo, Cristian Scarallo, Francesco Esposito e Gennaro De Martino, unico componente del gruppo di piazza Mercato)
Articolo pubblicato il giorno 9 Maggio 2025 - 18:35