Napoli – “Meritatissimo. Altro che fortuna! Questo scudetto è frutto di lavoro, sacrifici e cuore.” Marisa Laurito non trattiene l’entusiasmo per il quarto tricolore conquistato dal Napoli.
Attrice, conduttrice e da sempre tifosa appassionata, Laurito ha vissuto da protagonista tutte le tappe storiche del club partenopeo, a cominciare da quel 10 maggio 1987, quando era a bordocampo mentre Diego Armando Maradona faceva sognare un’intera città.
Questa volta, però, per la sfida decisiva contro il Cagliari, Laurito ha scelto la scaramanzia: niente stadio, ma una visione domestica e rituale. “Abbiamo guardato la partita a casa di Rocco Barocco, sempre lo stesso gruppo di amici, tutti seduti nelle solite posizioni, in assoluto silenzio. E ha funzionato”, racconta sorridendo.
L’esultanza è arrivata prima per il gol di Scott McTominay, il centrocampista scozzese ribattezzato dai tifosi “McFratm” – fratello in dialetto napoletano – e poi per il raddoppio di Lukaku, che ha spazzato via ogni ansia. “McFratm è stata la rivelazione della stagione: 12 gol e 4 assist, numeri da attaccante. Nella seconda parte del campionato è stato determinante”.
E se il campo ha avuto il suo protagonista, fuori dal campo c’è un nome che, secondo Laurito, ha fatto la differenza: Antonio Conte. “È un allenatore che non scende in campo per partecipare, ma per vincere. Ha trasformato la squadra, ha saputo farla ‘ballare’ e crederci fino alla fine”.
Durante il giorno della partita, un curioso aneddoto: “All’albergo ho incrociato l’arbitro e i guardalinee di Napoli-Cagliari. Non ho resistito e gli ho augurato buona fortuna. Un piccolo gesto, ma pieno di tensione positiva”.
La passione per il calcio, confessa, è nata fin da bambina, grazie al padre tifoso. “All’inizio non capivo molto, il Napoli era spesso traballante. Poi, crescendo e grazie a grandi amici come Luciano De Crescenzo, ho iniziato a seguire sempre di più, fino a organizzare serate indimenticabili a Roma durante le partite”.
Un amore lungo una vita che l’ha portata a vivere quattro scudetti, ciascuno con emozioni diverse. “Il primo fu puro stupore, ce l’avevamo fatta. Quello del ’90 fu una rivincita. E oggi? È un successo costruito con bravura, programmazione e resilienza. Abbiamo sofferto fino all’ultima giornata, ma ce l’abbiamo fatta”.
Quanto al significato sociale dei successi del Napoli, Laurito non ha dubbi: “In passato erano un riscatto per una città in difficoltà. Ora, Napoli è diventata di moda, ma lo spirito non è cambiato: restiamo scaramantici e prudenti fino all’ultimo secondo”.
Un pensiero anche alla rivale Inter: “Altro che fortuna nostra, semmai è stata l’Inter a sprecare l’occasione. Ma è giusto riconoscere che abbiamo battuto una squadra fortissima”.
Marisa Laurito è in questi giorni anche protagonista al Teatro San Carlo, dove interpreta la duchessa Krakenthorp nell’opera La fille du régiment di Donizetti, diretta da Damiano Michieletto. “È un’esperienza straordinaria. La lirica può essere ancora popolare, se fatta con passione e innovazione. Devo tanto a Gino Landi, che mi introdusse al genere anni fa con La vedova allegra a Verona. Da lì è nata una nuova strada artistica”.
Tra palcoscenico e passione azzurra, Laurito resta la signora dello spettacolo e del tifo napoletano: ironica, entusiasta e profondamente legata alla sua città.
Articolo pubblicato il giorno 24 Maggio 2025 - 15:04