Secondo la ricostruzione, il vero obiettivo dell’agguato era Carlo Esposito, collegato al clan De Martino, che si trovava nell'abitazione in quel momento. Pipolo sparò prima a Imperatore, poi a Esposito.
Nel processo si sono costituite parti civili la famiglia della vittima (assistita dall’avvocato Alessandro Motta), la Fondazione Polis (avv. Gianmario Siani) e il Comune di Napoli (avv. Marco Buzzo). “Giustizia è fatta – ha dichiarato Motta – Antimo è stato riconosciuto come vittima innocente della camorra, morto mentre svolgeva onestamente il suo lavoro”.
Soddisfazione anche da parte dei legali Gianmario Siani e Concetta Chiricone, che rappresenta una figlia dell’operaio: “Abbiamo sempre sostenuto l’innocenza di Antimo. La verità è stata riconosciuta”.
Commenti (1)
L’episodio descritto nell’articolo è molto triste e fa riflettere sulla violenza della camorra. È importante che la giustizia venga fatta, ma resta il dolore per la perdita di una vita innocente. Speriamo che situazioni cosi non si ripetano.