Napoli – Si fanno chiamare “guardiamacchine”, ma di guardia non ci mettono proprio nulla. I parcheggiatori abusivi della zona di Coroglio, a Bagnoli, ormai pretendono solo il pizzo per il posto auto. E chi si rifiuta di pagare rischia di ritrovarsi l’auto vandalizzata.
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È successo a un gruppo di ragazzi che, dopo una serata in discoteca, hanno trovato la propria vettura con i vetri rotti e l’abitacolo devastato. Nonostante avessero “affidato” l’auto a uno degli abusivi che gestiscono la sosta nell’area by-night di via Coroglio, dei ladri sono riusciti a svaligiarla senza problemi.
“Se non paghi, ti dicono di spostarti”
“Il fatto è che se non li paghi, ti intimano di spostare la macchina”, ha raccontato il proprietario della vettura al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli. “Davanti alle discoteche sono numerosi e molto aggressivi”.
Una situazione che va avanti da anni, con strade trasformate in feudi gestiti da bande di parcheggiatori illegali. “A Bagnoli e Coroglio le strade sono militarmente presidiate da orde di abusivi che creano il caos per occupare ogni spazio disponibile”, denuncia Borrelli. “I cittadini devono rispettare il codice della strada e denunciare il racket, ma devono anche essere tutelati dalle istituzioni”.
La richiesta: tolleranza zero e controlli serrati
Il parlamentare rilancia l’appello per un giro di vite: “Chiediamo ancora una volta tolleranza zero verso questi estorsori, con controlli rafforzati in zone ormai ben note alle forze dell’ordine. Senza modifiche normative, però, il fenomeno resterà impunito”.
Una piaga che continua a crescere, mentre le proposte per contrastarla finiscono nel dimenticatoio. E intanto, a pagare il prezzo più alto sono sempre gli automobilisti, costretti a scegliere tra il ricatto e il rischio di ritrovarsi l’auto distrutta.
Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2025 - 15:20
E’ una situazzione veramente brutta, i parcheggiatori abusivi non dovrebbero esserci. Io ho visto molte volte che le persone sono spaventate e non sanno cosa fare. Le istituzioni devono intervenire per fermare questa pratica.