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Furigrotta sotto assedio, una scia di sangue lunga 5 anni

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Napoli– E’ da oltre cinque anni che il quartieri di Fuorigrotta è attraversato da una lunga scisa di sangue tra omicidi, ferimenti, stese e attentanti.

Fonti investigative rivelano che, dietro le ultime aggressioni a colpi di arma da fuoco, si nasconde una strategia calcolata, orchestrata dal boss Vitale Troncone e dal figlio Giuseppe, detenuti ma ancora capaci di impartire ordini dal carcere.

L’incontro che ha acceso la miccia

Secondo gli investigatori, come riportato nelle oltre 700 pagine dell’ordinanza cautelare, firmata dal gip Antonino Santoro, e che due settimane fa ha inferto una spallata definitiva ai clan Troncone e Frizziero, Vitale Troncone avrebbe incontrato un uomo presentato come “fratello di Nico”, legato a doppio filo al clan Sorianiello, storico avversario dei Troncone.

L’uomo sarebbe nipote di Cesare Mautone, detto ‘ò Pesiello’, e imparentato con Alfredo Sorianiello, detto “O’ Biondo”, boss di Soccavo e uno dei gruppi camorristici più potenti della zona.Un vertice che potrebbe aver segnato il destino degli scontro a fuoco, con sparatorie e agguati sempre più audaci.

La strategia del silenzio (prima della strage)

Ma la vera regia del conflitto sembra provenire dal carcere, dove Giuseppe Troncone, nonostante la detenzione agli arresti domiciliari, continua a dirigere il suo clan con freddezza militare. Rivolto al cugino Andrea Merolla poi ucciso in un agguato.

“Andrea, domani gli dobbiamo far capire… devono pensare che abbiamo paura”, ordinava in una conversazione intercettata. Un inganno studiato per far abbassare la guardia agli avversari, gli Iadonisi, vicini ai Sorianiello e convinti di avere il sopravvento.

L’obiettivo finale? “Si devono uccidere a questi qua”. Una condanna a morte in piena regola, già in fase di esecuzione.

Ne seguì un periodo di apparente quiete, interrotto dagli arresti di figure di spicco della criminalità dell’area occidentale di Napoli: lo stesso Vitale Troncone il 30 luglio 2020, Giuseppe Mazzaccaro, reggente del clan Sorianiello, a ottobre, e diversi esponenti del clan Iadonisi, tra cui Francesco e Cosmo, detto “Mino”, oltre a Flavio Di Lorenzo, il 27 ottobre.

La tensione torna a salire nel dicembre dello stesso anno, con la scarcerazione di Troncone Vitale (21 dicembre) e del figlio Giuseppe (25 dicembre). Il clima criminale si infiamma nuovamente: il 15 marzo 2021 viene ferito in un agguato Antonio Volpe, storico esponente dell’omonimo clan, e appena dieci giorni dopo si registra una “stesa” al bar della famiglia Troncone in via Caio Duilio.

L’11 novembre 2021 viene ucciso Andrea Merolla, nipote di Vitale Troncone e considerato una figura di fiducia del clan. Poco prima di Natale, il 23 dicembre, lo stesso Troncone viene ferito in un agguato da cui riesce a salvarsi. Il 1° gennaio 2022 è la volta di Salvatore Capone, vicino al clan Cesi-Iadonisi, freddato in un agguato.

Gli episodi di violenza continuano con regolarità: “stese”, minacce, regolamenti di conti. Il 25 giugno 2023, padre e figlio Troncone subiscono un nuovo agguato. L’ultimo episodio noto è del 14 febbraio 2025, con il tentato omicidio di Luca Colimoro.

Fuorigrotta è oggi tra i quartieri più pericolosi della città. Le “stese” sono diventate una costante, mentre si moltiplicano le piazze di spaccio che alimentano tensioni e instabilità. Anche l’apertura di un bar può scatenare violenze se non autorizzata dal clan, a conferma del controllo capillare esercitato sul territorio. Emblematico il passaggio intercettato in una conversazione tra affiliati: “Solo una cosa, quello che si fa a Fuorigrotta deve passare per mano a Vitale”.

Le indagini hanno fatto emergere anche il reinvestimento dei proventi illeciti in attività economiche apparentemente legittime, come l’acquisto di imbarcazioni per il noleggio, grazie alla complicità di imprenditori e prestanome. Un fiume di denaro e violenza che continua ad alimentare il potere del clan.

Cronologia degli agguati a Fuorigrotta (2020–2025)

  • 6 marzo 2020: Gaetano Mercurio, affiliato al clan Troncone, viene ferito in un agguato e muore dopo 36 giorni in terapia intensiva.

  • 11 novembre 2021: Andrea Merolla, nipote di Vitale Troncone, viene ucciso in un agguato.

  • 23 dicembre 2021: Vitale Troncone, ritenuto capoclan, viene ferito gravemente in un agguato davanti a un bar.

  • 1 gennaio 2022: Salvatore Capone, 42 anni, viene ucciso a colpi di pistola in via Leopardi.

  • 19 maggio 2022: Mattia Perfetto, figlio del boss Vitale Perfetto, viene ferito a un braccio da un colpo di pistola mentre era su uno scooter in via Cintia.

  • 4 luglio 2024: Due giovani legati alla famiglia Scodellaro vengono presi di mira in un agguato tra via Consolvo e via Leopardi; fortunatamente, i colpi vanno a vuoto.

  • 2 marzo 2025: Pasquale D’Anna, 34 anni, viene ucciso in un agguato in piazzale Tecchio; nell’attacco rimane ferito Massimo Aragiusto, 41 anni.

  • 14 febbraio 2025: Luca Colimoro, giovane vicino al clan Troncone, viene gravemente ferito in un agguato.

  •  (nella foto a partrire da sinistra Gaetano Mercurio, Andrea Merolla, Salvatore Capone, Mattia Perfetto, Pasquale D’Anna, Luca Colimoro e i due boss in guerra Vitale Troncone e Alfredo Sorianiello)

RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 30 Aprile 2025 - 10:24


2 Commenti

  1. La situazion a Fuorigrotta è davvero preoccupante, ci sono molti episodi di violenza e sembra che i clan stiano controllando ogni aspetto della vita quotidiana. È difficile pensare a come possa migliorare la situazione in futuro.

  2. Sì, è un problema grave e sembra che le autorità non riescano a fare molto per fermare questa escalation di violenza. Speriamo che possano trovare una soluzione prima che sia troppo tardi.

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