Qualiano – Una lite per un televisore ereditato è degenerata in una brutale aggressione domestica, culminata con l’arresto di un 52enne già noto alle forze dell’ordine.
Il drammatico episodio si è verificato alla vigilia dell’8 marzo a Qualiano, dove una giovane donna di 28 anni è stata minacciata di morte e picchiata dallo zio per una questione legata all’eredità di una smart TV.
Tutto ha avuto inizio quando il nonno della ragazza, prima di morire, ha deciso di regalarle un televisore. Una scelta che lo zio non ha accettato, convinto che l’oggetto spettasse di diritto a lui. Da quel momento, le richieste insistenti per ottenere il televisore si sono trasformate in un’escalation di violenza.
Dopo numerosi rifiuti da parte della nipote, la tensione è sfociata in continue liti, insulti e minacce. Fino alla sera dell’aggressione, quando l’uomo ha perso il controllo: ha prima colpito la nipote, poi ha devastato la casa, sfondando l’anta di un armadio e prendendo a calci un tavolino. Terrorizzata, la 28enne si è rifugiata in bagno e ha chiamato il 112.
All’arrivo dei carabinieri della sezione radiomobile di Giugliano, l’uomo non ha mostrato alcun segno di pentimento, anzi ha continuato a minacciare la nipote e sua madre, dicendo: “Hai chiamato i carabinieri? Ti ammazzo di botte davanti a loro”.
Ma non ha avuto il tempo di compiere un altro gesto violento: i militari lo hanno immediatamente immobilizzato e arrestato. L’aggressore, già noto alle autorità, dovrà ora rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia.
Giornata Internazionale delle Donne, la violenza di genere resta una piaga: aumentano le denunce, 77 arresti nel napoletano nel 2025. Il caso di Qualiano fa riflettere. Il fatto che sia avvenuto proprio alla vigilia della Giornata internazionale della donna rende ancora più simbolico l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno evitato conseguenze peggiori per la vittima.
La violenza contro le donne, un fenomeno complesso e radicato, si manifesta spesso in contesti quotidiani, scatenata da eventi apparentemente banali. Una cena fredda, un ritardo, un like sui social: pretesti che innescano reazioni brutali, rivelando una violenza latente. Il problema non risiede nel motivo scatenante, ma nella legittimazione dell’aggressore a esercitare dominio e forza.
Il caso di Qualiano, avvenuto alla vigilia dell’8 marzo, ne è un esempio lampante. Una 28enne, aggredita dallo zio per una televisione ereditata, ha trovato il coraggio di denunciare. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, l’ha minacciata di morte anche davanti ai carabinieri, intervenuti tempestivamente. L’aggressore è stato arrestato.
Questo episodio, come tanti altri, ci ricorda che la violenza di genere è una piaga dolorosa. Tuttavia, i dati del Comando Provinciale Carabinieridi Napoli evidenziano un segnale positivo: l’aumento delle denunce. Le donne non sono più disposte a subire in silenzio. La maggiore consapevolezza, il sostegno delle istituzioni e il rafforzamento delle misure di protezione stanno contribuendo a rompere il muro della paura.
I dati parlano da soli: nel 2024, i carabinieri del provinciale partenopeo hanno registrato 2944 episodi denunciati, mentre nei primi due mesi del 2025 si contano già 311 denunce.
434 gli arresti e 2371 le persone denunciate nel 2024. Per il 2025 (Gennaio – Febbraio) il conto degli arresti si attesta su 77, quello delle persone denunciate in stato di libertà a 226.
Nel bilancio è stato determinante l’utilizzo di nuove tecnologie come il Mobile Angel, un dispositivo indossabile avanzato che consente alle vittime di violenza di segnalare il pericolo in tempo reale. Altrettanto importante le stanze d’ascolto allestite in 5 diversi punti della provinciali, Un modo per accogliere le donne in ambienti più familiari e sicuri, con personale specializzato nel trattamento di casi di violenza.
La violenza sulle donne è una questione collettiva. E finché anche una sola donna avrà paura di denunciare, di camminare da sola per strada o di sentirsi libera nelle proprie scelte, non potremo dirci davvero soddisfatti. L’aumento delle denunce è un passo avanti, ma la strada è ancora lunga. Il cambiamento è possibile e l‘Arma dei Carabinieri sarà sempre pronta a sostenere le vittime con tutte le risorse disponibili.
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