Torre Annunziata, una telecamera sotto casa di Papusciello ha smascherato il traffico di droga del nipote

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Torre Annunziata – Aveva una telecamera puntata sulla sua abitazione in via Traversa Cuparella il noto tiktoker “Papusciello”, per l’anagrafe Antonio Gemignani perché aveva ospitato per lungo tempo il noto broker del narcotraffico Giuseppe Panariello.

I carabinieri di Torre Annunziata, coordinati dalla procura oplontina, che hanno condotto le indagini iniziate nel 2021 e che l’altro giorno hanno portato all’emissione di 51 ordinanze cautelari firmate dal gip Luisa Crasta, hanno anche effettuato attività di intercettazione telefonica.

Un linguaggio criptico, telefonate ambigue e un via vai sospetto attorno a un’abitazione di Papusciello. È così che gli investigatori hanno smascherato un presunto traffico di cocaina che avrebbe visto coinvolti Nino Gemignani, nipote di Papusciello insieme a Giuseppe Panariello.

L’indagine, avviata sulla base di intercettazioni telefoniche e ambientali, ha rivelato una presunta rete di spaccio ben organizzata. Determinante è stata una conversazione captata in cui Antonio Gemignani, parlando con un acquirente, fa riferimento al “sale” – presumibilmente il denaro – e successivamente a “170 grammi di formaggio Trenta”, frase che, secondo gli inquirenti, allude alla cocaina. Un linguaggio in codice, tipico dell’ambiente dello spaccio, che insieme ad altri elementi ha consolidato la gravità indiziaria.

Per Papusciello la Procura di Torre Annunziata aveva chiesto il carcere ma il gip, come si evince dalle oltre 350 pagine dell’ordinanza cautelare, ha firmato un obbligo di presentazione ai carabinieri giorni di lunedì. mercoledì, venerdì e sabato tra le 15:00 e le 17:00.

Papusciello però è da giorni in vacanza in Spagna insieme con la sua campagna e dopo aver diffuso dei video sarcastici su Tik tok ha provveduto ad eliminarli, probabilmente su suggerimento del suo avvocato.

Le indagini e il ruolo degli indagati

L’inchiesta ha preso il via dal monitoraggio di Antonio Gemignani, detto Papusciello, e di alcuni suoi familiari, tra cui Nino Gemignani e la moglie Anna Palumbo. I carabinieri hanno installato telecamere nei pressi della I traversa Cuparella, osservando un continuo via vai di persone, con ingressi e uscite rapide dallo stabile. Un’attività tipica degli ambienti di spaccio.

Oltre alle intercettazioni telefoniche, sono stati installati dispositivi di ascolto all’interno di due autovetture in uso agli indagati: una Renault Captur e una Renault Clio. Gli audio raccolti hanno permesso di delineare i ruoli nel presunto traffico di stupefacenti:

Nino Gemignani sarebbe stato il vertice dell’organizzazione, affiancato dal cognato Giuseppe Panariello, considerato suo socio nella gestione dell’attività illecita.
Panariello si sarebbe occupato dell’approvvigionamento della droga e della contabilità dello spaccio. Umberto Intagliatore, altro cognato di Gemignani, avrebbe invece ricoperto il ruolo di corriere per le consegne.

Nel corso dell’interrogatorio, Antonio Gemignani ha negato ogni addebito, sostenendo di non essere a conoscenza delle attività illecite e di non ricordare il significato di alcune espressioni usate nelle conversazioni intercettate.

L’inchiesta, intanto, prosegue per accertare eventuali ulteriori responsabilità e connessioni con altre reti di spaccio attive nel territorio. Mentre i social sono pieni di video sarcastici sulla “presunta latitanza” di Papusciello, che a norma di legge è solo irreperibile perché gli deve essere notificato l’atto di obbligo di presentazione ai carabinieri.

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RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato il giorno 8 Marzo 2025 - 08:21
Giuseppe Del Gaudio

Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d'azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: "lavorare fa bene, il non lavoro: stanca"

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Giuseppe Del Gaudio

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