Napoli, omicidio di Emanuele Durante: si cerca l’amico che era con lui sullo scooter
Emanuele Durante
Napoli – Si cerca l’amico che era con Emanuele Durante al momento dell’agguato sullo scooter in via Santa Teresa degli Scalzi. E’ lui che lo ha aiutato a risalire sulla moto, dopo i colpi ricevuti dai killer, e a portarlo davanti all’ospedale Pellegrini dove dove lo ha abbandonato facendo perdere le proprie tracce.
I carabinieri, che conducono le indagini, stanno analizzando le immagini delle telecamere per trovare indizi utili ad identificare sia lui sia i killer che sono entrati in azione alle 18,30 di ieri facendo fuoco quattro volte contro il 20enne. Uno dei proiettili, quello fatale, lo ha centrato all’addome.
La giovane vittima, imparentato con Annalisa Durante, vittima innocente della camorra e che non ha mai conosciuto perché quando la 14enne fu uccisa a Forcella, lui non era ancora nato, abitava in piazza Calenda a Forcella ma aveva frequentazioni con la “paranza” dei giovani delle Case Nuove.
Aveva precedenti per rapina e non risulta essere inquadrato in ambienti criminali anche se le foto sui social lo mostrano insieme con un amico mentre fa il gesto, che sembra diventata una malsana moda tra i giovani, della pistola con le tre dita e una scritta: “Prima la famiglia”. Di quale famiglia si tratti saranno le indagini a stabilirlo.
Sui social gli ultimi post con un amico e la scritta “Prima la famiglia”
E per questo che gli investigatori stanno passando al setaccio la sua vita, le sue frequentazioni i suoi social. E il fatto che stesse frequentando coetanei delle Case Nuove porta alla pista della vendetta tra bande di giovani e quindi all’omicidio del 16enne Emanuele Tufano.
Il ragazzino del rione Sanità fu ucciso la notte nel 24 ottobre scorso in un vicolo del corso Umberto mentre fuggiva dopo uno scontro armato in piazza Mercato con alcuni coetanei delle Case Nuove.
Articolo pubblicato da Giuseppe Del Gaudio il giorno 16 Marzo 2025 - 10:17
Giuseppe Del Gaudio, giornalista professionista dal 1991. Amante del cinema d’azione, sport e della cultura Sud Americana. Il suo motto: “lavorare fa bene, il non lavoro: stanca”
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L'articolo parla di un evento tragico e complesso, ma ci sono molte cose che non sono chiare. La descrizione delle indagini e delle relazioni tra i giovani non è molto dettagliata, quindi è difficile capire la situazione. Spero che gli investigatori possano fare chiarezza.