Napoli– Fiumi di droga per la movida di Coroglio e racket sui parcheggiatori abusivi. Così il clan Esposito-Nappi gestiva i propri affari illeciti, ma ora boss e gregari puntano al processo sprint, scegliendo il rito abbreviato per evitare rischi e ottenere uno sconto di pena.
L'udienza preliminare si è conclusa con la richiesta unanime degli imputati, tra cui il presunto ras Massimiliano Esposito, detto ’o scognato, e la moglie Maria Matilde Nappi, considerata suo pari grado.
Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 19 maggio, quando la parola passerà ai difensori, tra cui gli avvocati Rocco Maria Spina, Leopoldo Perone e Claudio Davino.
L’operazione e le accuse
L'inchiesta che ha decapitato la cosca flegrea è partita nel 2022, con intercettazioni telefoniche e ambientali. A settembre scorso, le indagini coordinate dalla DDA di Napoli hanno portato all'arresto di tredici persone, compresi Esposito e sua moglie.
Nonostante la scarcerazione di alcuni anni fa, 'o scognato avrebbe continuato a gestire il traffico di stupefacenti e il pizzo sui parcheggi abusivi di via Coroglio.Potrebbe interessarti
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Secondo le 182 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, il clan è accusato, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e possesso di armi, tutti reati aggravati dalla finalità mafiosa.
Tra le contestazioni, anche il possesso di una pistola Beretta, per cui risultano indagati, oltre ai coniugi Esposito, anche i figli Massimiliano junior e Cristian, insieme a Gennaro Esposito, Michele Ortone, Alessandro Tasseri, Vincenzo Fasano ed Eduardo Esposito.
Il pentito e il legame con l’omicidio Ramondino
Un ruolo chiave nel processo potrebbe giocarlo Michele Ortone, passato tra i collaboratori di giustizia e pronto a rivelare i segreti del clan. Tra gli indagati figura anche un minorenne, noto alle cronache per la sua amicizia con Gennaro Ramondino, il 20enne ucciso e bruciato a Pianura a settembre scorso. I due, nel 2022, erano insieme quando, a Varcaturo di Giugliano, da uno scooter spararono a un 19enne di Fuorigrotta.
Il processo entrerà nel vivo a maggio, con la strategia difensiva degli avvocati pronti a contrastare le pesanti accuse della Direzione Distrettuale Antimafia.
(Da sinistra inb alto il boss Massimiliano Esposito, la moglie Maria Matilde Nappi e i figli Massimiliano Giuseppe Junior e Cristian e il pentito Michele Ortone)







Commenti (1)
Questo articolo descrive una situazione molto complicata e preoccupante a Napoli. I clan mafiosi continuano a operare nonostante le indagini. La giustizia deve fare il suo corso, ma spero che ci siano evidenze chiare per un processo giusto.