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Truffe immobiliari a Milano: a processo l’avvocato ischitano Ciro Rizzotto

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Milano– Nuovi guai giudiziari per l’avvocato Ciro Rizzotto, 51enne di Ischia, già noto alle cronache per reati di truffa, peculato, calunnia e bancarotta fraudolenta. Il prossimo 28 maggio dovrà comparire davanti al Tribunale di Milano con l’accusa di truffa aggravata e abusivismo finanziario.

Secondo il pubblico ministero Francesco Cajani, Rizzotto avrebbe ingannato almeno 133 investitori, convincendoli a partecipare a operazioni immobiliari per l’acquisto, la ristrutturazione e la suddivisione di immobili a Milano e in Brianza tramite la società Hub Srl, senza però restituire il capitale raccolto. L’ammanco stimato si aggira intorno a 1,5 milioni di euro, ma il dissesto finanziario della società potrebbe far lievitare la cifra.

Le accuse: operazioni fasulle e capitali scomparsi

L’inchiesta ha portato alla luce un sofisticato sistema di raggiri: Rizzotto avrebbe occultato le vendite degli immobili già avvenute e falsificato gli atti di acquisto, inducendo le vittime a credere in affari inesistenti. Il quadro accusatorio si aggrava con la contestazione della recidiva reiterata e specifica.

Nel frattempo, il Consiglio Distrettuale di Disciplina Forense di Napoli ha adottato provvedimenti nei confronti del legale, sospendendolo dall’esercizio della professione per cinque anni. Una misura che arriva dopo numerose segnalazioni e denunce a suo carico.

La prescrizione nell’ultimo caso

Negli scorsi mesi, la Corte d’Appello di Milano ha dichiarato prescritti i reati contestati a Rizzotto e alla sua collaboratrice Lucia Losacco, una procacciatrice d’affari che si presentava alla clientela come avvocato. Entrambi erano stati condannati in primo grado nel 2016 a un anno di reclusione per una truffa immobiliare ai danni di una coppia pugliese, in cerca di un appartamento per la figlia, studentessa dell’Università Cattolica di Milano.

Nel dispositivo della sentenza, i giudici hanno sottolineato con fermezza il disvalore della condotta: “L’elevata dignità della professione forense non è compatibile con il brigare da faccendieri”.


Articolo pubblicato il giorno 11 Febbraio 2025 - 19:31

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