Un drammatico episodio si è verificato nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove il 37enne catanese Cristian Calvagno, detenuto dal novembre 2024 per associazione mafiosa, ha tentato il suicidio.
L’allarme è stato lanciato dalla moglie, Cristina Furnari, attraverso una lettera-appello indirizzata al GIP e al Procuratore Generale di Catania, in cui chiede un intervento immediato per il marito, la cui salute sarebbe ormai al limite. “Ho potuto constatare che non fa altro che piangere, parla a malapena e, quando lo fa, chiede singhiozzando di nostro figlio di otto anni e della figlia di tre. È stato atroce scoprire che Cristian abbia persino tentato il suicidio. Non sopporterei un nuovo tentativo o un altro gesto tanto grave da mettere a repentaglio la sua esistenza e quella di tutti noi”, scrive la moglie nella sua “implorazione della moglie di un detenuto”, resa pubblica dall’avvocato di Calvagno, Giuseppe Lipera.
L’avvocato Lipera ha presentato una richiesta di modifica della misura cautelare, sottolineando che lo stato di salute di Calvagno non sarebbe compatibile con la detenzione. Nell’istanza, presentata il 31 gennaio e il 6 febbraio, è stato allegato un certificato medico che attesta il tentativo di suicidio mediante impiccagione, evidenziando un “elevato rischio suicidario”.
Il legale ha chiesto quindi o la modifica della custodia cautelare o la nomina di un perito per valutare le condizioni del detenuto. Su quest’ultima richiesta, la Procura ha espresso parere favorevole. “Le due opzioni sono le uniche strade praticabili secondo quanto sancito dalla Corte di Cassazione, ‘tertium non datur'”, ha spiegato il penalista. Cristian Calvagno è stato arrestato nel novembre del 2024 nell’ambito dell’operazione “Meteora”, che ha portato all’arresto di 18 presunti affiliati ai clan Santangelo di Adrano e alla frangia dei Mazzei di Catania operante in quel territorio.
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E' triste che le cose siano arrivate a questo punto per Cristian. La situazione nei carceri dovrebbe essere migliorata, ma sembra che non sia cosi. Speriamo che le autorità facciano qualcosa per aiutarlo e non lasciarlo solo.