Napoli - Si è concluso con una condanna a 15 anni e 4 mesi di reclusione il processo a carico del 17enne reo confesso dell'omicidio di Gennaro Ramondino, suo coetaneo e migliore amico, avvenuto nel quartiere Pianura nell'agosto dello scorso anno
Durante l'udienza, l'imputato, assistito dall'avvocata Antonella Regine, ha fornito ulteriori dettagli sulla dinamica del crimine, sostenendo di essere stato manipolato da persone più grandi di lui. "Mi dicevano che ero sveglio e che potevo crescere con loro. Volevo essere accettato, così li ho accontentati", ha dichiarato il giovane, aggiungendo di aver compreso solo in seguito di essere stato "plagiato".
Assolto dall'accusa di spaccio di droga
Il giudice Angela Draetta ha assolto l'imputato dall'accusa di spaccio di stupefacenti e ha escluso l'aggravante mafiosa.Potrebbe interessarti
Qualiano, la figlia della donna accoltellata dall'ex: "Deve stare in carcere per sempre"
Pozzuoli, ruba attrezzi da lavoro e li porta nel campo rom di Giugliano: denunciato 23enne
Napoli, a Bagnoli inaugurata la quinta “Stanza tutta per sé” per le donne vittime di violenza
Qualiano, vandalizzata panchina rossa del Centro Anti Violenza: l’indignazione nel giorno simbolo
Il giovane ha inoltre riferito di essersi rifiutato di bruciare il cadavere della vittima, un gesto che ha attribuito al profondo legame di amicizia che li univa. "Dormivamo insieme, passavamo le giornate e le nottate insieme", ha raccontato durante l'interrogatorio.
Attualmente detenuto in un carcere minorile, il 17enne dovrà fare i conti non solo con la condanna, ma anche con il peso del rimorso per un delitto che, come lui stesso ha ammesso, lo accompagnerà per il resto della sua vita.












































































Commenti (1)
È molto triste che un giovane possa arrivare a commettere un delitto cosi grave, ma è ancor piu triste che sia influenzato da persone piu grandi. Le conseguenze sono devastanti e non si possono cambiare, ma la societa deve riflettere.