La famiglia di Giulia Tramontano
Oltre all’ergastolo la Corte ha applicato sette anni di reclusione per le imputazioni di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Impagnatiello al momento è detenuto presso il carcere di San Vittore a Milano. È difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia.
Dovrà risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima. È rimasto impassibile alla lettura del verdetto.
La famiglia della vittima si è abbracciata in pianto. In aula erano presenti la madre della 29enne, Loredana Femiano, il marito Franco, la sorella di Giulia, Chiara, e il fratello Mario. Un timido applauso si è levato in aula. “Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore”, ha detto Loredana Femiano. “Quello che abbiamo perso non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto”, ha aggiunto Franco Tramontano.
“Giulia è una mamma uccisa dal suo compagno, ma per noi è anche una donna di coraggio che magari stimoli le donne che vivono in circostanze di vessazione e paura ad andare via prima”, ha detto Chiara Tramontano, sorella di Giulia.
“Se da questo potrà nascere qualcosa per aiutare le altre donne faremo il possibile. Il suo nome è libertà, coraggio e determinazione”.
“Giulia era persona sensibile in un mondo violento: era la preda per il leone. Questo caos che si è creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione”. Racconta che Giulia “era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un’anima gentile”.
La sentenza è arrivata oggi 25 novembre, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne: “Nessuna donna – ha aggiunto Chiara Tramontano – ha vinto in quest’aula: oggi è arrivato l’ergastolo ma dopo la morte. Noi donne potremo vincere solo quando cammineremo per le strade di questo paese e ci sentiremo sicure o ci sentiremo soddisfatte della nostra vita. Per ora questo verdetto non ha stabilito niente”.
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