foto archivio
L’erba alta, un tappeto verde che soffoca le lapidi, invade il Cimitero Monumentale di Poggioreale, trasformandolo in un labirinto di silenzio e abbandono. Sedie divelte, panchine arrugginite e resti di cancellate arrugginite disegnano un quadro desolante, un oltraggio alla memoria di migliaia di napoletani.
L’indignazione dell’assessore Santagada è come un grido nel vuoto. “Il cimitero monumentale è un gioiello della nostra città, un luogo di storia e di arte”, tuona, “eppure è stato ridotto a una discarica a cielo aperto”. Ma le sue parole sembrano svanire nel vento, incapaci di smuovere le coscienze di chi ha il potere di intervenire.
In vista della commemorazione dei defunti, la rabbia dei cittadini si fa sentire con forza. “È una vergogna!”, esclama Maurizio Boddi, vicepresidente del Comitato “Resurrezione”. “I nostri cari riposano in un luogo che sembra dimenticato da Dio e dagli uomini. È un dolore che si aggiunge al dolore della perdita”.
Chi ha i propri cari sepolti nelle cappelle pericolanti vive un dramma ancora più profondo. Privati della possibilità di rendere omaggio ai defunti, si sentono soli e abbandonati. “Vengo qui ogni giorno”, racconta Maria, gli occhi lucidi, “ma mi sembra di parlare al muro. Nessuno mi dà una risposta”.
La tensostruttura che ospita i resti recuperati dopo i crolli è una ferita aperta nel cuore del cimitero. Una città di ombre, dove migliaia di storie si intrecciano, aspettando di essere raccontate. Ma al momento, l’unica storia che si ascolta è quella dell’indifferenza e dell’abbandono.
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