Saranno interrogati lunedi i quattro operatori socio sanitari della casa albergo per anziani e comunità tutelare per non autosufficienti con sede a Cerreto Sannita colpiti dal divieto di avvicinarsi alla struttura adottato in una inchiesta del pm Stefania Bianco, dei carabinieri e della guardia di finanza sui presunti maltrattamenti aggravati di cui sarebbero rimasti vittime alcuni ospiti anziani.
Dinanzi al gip Pietro Vinetti compariranno G. P., un 51enne di Cerreto Sannita, L. A. M., una 56enne di Guardia Sanframondi, A. M., 48 anni, di Sant’Agata dei Goti, e G. S., una 30enne di Valle di Maddaloni, difesi dagli avvocati Massimo Viscusi, Emiliano Vaccarella, Antonio Barbieri e Cosimo Ciotta.
Il Pm aveva proposto gli arresti domiciliari per il primo ed il terzo, ma il giudice ha ritenuto di applicare l’identica misura a tutti, considerandola idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato. Resta da capire quale sarà la scelta che verrà fatta dai quattro, che possono rispondere alle domande o avvalersi della facoltà di non farlo, rilasciando, magari, delle dichiarazioni spontanee.
I fatti per i quali sono stati chiamati in causa,a vario titolo, sarebbero iniziati a gennaio, la ricostruzione che gli inquirenti ne hanno fatto racconta un quadro di cui avrebbero fatto le spese alcuni ricoverati che sarebbero stati derisi, strattonati, schiaffeggiati e ignorati rispetto ai loro bisogni.
Come anticipato ieri, a dare il là all’attività investigativa erano stati un iniziale esposto anonimo e, poi, le segnalazioni telefoniche di una tirocinante che aveva successivamente consegnato anche alcune registrazioni audio e video.
Inevitabile il clamore scatenato dall’inchiesta, sulla quale era intervenuta la cooperativa sociale Epa, che gestisce la casa albergo, esprimendo “fiducia nei collaboratori” chiamati in causa e nelle “autorità inquirenti” e sottolineando che il “loro concetto di assistere e curare pazienti è sano e improntato al rispetto della dignità e vulnerabilità delle persone fragili.
Pertanto, il progetto assistenziale in atto proseguirà il proprio corso con nuove e più forti motivazioni nel solco della vocazione sociale che ha da sempre contraddistinto la nostra realtà”.
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