La Procura di Milano ha richiesto il processo per Daniela Santanchè e altre due persone, incluso il compagno della ministra, Dimitri Kunz, e due società nel contesto del caso Visibilia, riguardante la presunta truffa aggravata ai danni dell'INPS nella gestione della cassa integrazione durante la pandemia da Covid-19.
La richiesta di processo segue la conclusione delle indagini su questa parte del "pacchetto Visibilia", giunta il 22 marzo. L'avviso di conclusione delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio coinvolgono, oltre alla senatrice di FdI e ministra del Turismo, anche il compagno Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, oltre alle due stesse società.
Secondo l'accusa, Santanchè, Kunz e Concordia sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente", per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga "a sostegno delle imprese colpite dagli effetti" della pandemia Covid.Potrebbe interessarti
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L'accusa contesta loro di aver dichiarato falsamente che quei dipendenti fossero in cassa "a zero ore", quando invece svolgevano le proprie mansioni in "smart working". Inoltre, si afferma che le integrazioni sarebbero state date per compensare le minori entrate della CIG rispetto a quelle dello stipendio, corrispondendo una "differenza" con "finti rimborsi per 'note spese'".
La richiesta di processo è il culmine di una vicenda che ha visto coinvolta la ministra Santanchè in accuse di truffa e falso in bilancio, suscitando richieste di dimissioni da parte di diverse forze politiche.






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