Lo scorso aprile, la Corte di Cassazione ha reso note le motivazioni che hanno portato alla restituzione dei beni agli imprenditori Pellini di Acerra, Napoli, per decorrenza dei termini. Tuttavia, il verdetto non ha chiuso il caso, lasciando spazio a possibili sviluppi futuri. Secondo quanto riportato dalle motivazioni della Corte, la decisione di restituire i beni è stata presa per vizio formale, senza che si sia arrivati a una valutazione sul merito della questione.
Questo ha aperto la porta a nuove azioni legali e confische dei beni nel futuro, come sottolineato dagli ambientalisti del territorio. Le associazioni ambientaliste, da anni impegnate nella lotta per la bonifica dei territori inquinati, hanno accolto con favore le parole della Corte di Cassazione. Alessandro Cannavacciuolo, storico ambientalista di Acerra, ha espresso fiducia nelle possibilità di un nuovo provvedimento di sequestro dei beni dei fratelli Pellini.
“Le motivazioni espresse dalla Suprema Corte di Cassazione sono fonte di luce e di speranza per la nostra terra”, ha dichiarato Cannavacciuolo. “La battaglia che stiamo portando avanti è più che fondata. Gli Ermellini hanno tracciato chiaramente la strada per un nuovo provvedimento di sequestro, e siamo fiduciosi nel lavoro del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, e del tribunale locale.”
Cannavacciuolo ha ribadito l’importanza di agire rapidamente per proteggere l’ambiente e garantire una giustizia equa. “La nostra terra non può più attendere”, ha affermato. “Credo che ci siano tutti i presupposti per emettere un nuovo provvedimento di sequestro, che possa interessare ulteriori beni nella disponibilità degli imprenditori condannati per disastro ambientale aggravato.”
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