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Maxi truffa ai fondi UE per pascoli inesistenti: 75 indagati

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5 milioni di euro sottratti all’Unione Europea con la complicità di una “mafia dei pascoli”

La Procura di Pescara ha chiuso le indagini su un’organizzazione criminale che, per quasi un decennio, ha messo in atto una maxi truffa ai danni dell’Unione Europea, intascando indebitamente milioni di euro di fondi pubblici destinati ai pascoli

. L’operazione, denominata “Transumanza”, è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Pescara, con la direzione e il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura dell’Aquila.

Un sodalizio criminale ben collaudato

L’indagine ha permesso di individuare un vero e proprio sodalizio criminale, composto da 13 persone, operativo dal 2014. Il gruppo, sfruttando la complicità di società agricole fittizie e cooperative compiacenti, ha simulato la gestione di pascoli inesistenti al fine di ottenere indebitamente contributi dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA).

Modus operandi e proventi illeciti. Lo stratagemma escogitato era articolato. Queste aziende, intestate a prestanome, venivano presentate come giovani realtà imprenditoriali agricole, ottenendo così gratuitamente i titoli PAC dalla Riserva Nazionale dei Titoli.

Le società fittizie, in combutta con cooperative agricole e ATI, acquisivano terreni in aree dove il pascolo era vietato dai Comuni, spesso grazie a collusioni con esponenti locali.
Sulla base di false documentazioni che attestavano l’esistenza di pascoli e capi di bestiame, le aziende fittizie presentavano richieste di contributi al FEAGA, incassando indebitamente milioni di euro.

Le accuse e il giro d’affari

Le persone e le società coinvolte sono accusate a vario titolo di autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato, conseguimento di erogazioni pubbliche.

Le frodi accertate ammontano a circa 5 milioni di euro, un danno rilevante per le finanze pubbliche europee.

L’indagine ha fatto emergere il possibile coinvolgimento della “mafia foggiana” nella truffa, ipotizzando la presenza di soggetti contigui ad organizzazioni criminali del Gargano tra gli indagati.

Con la chiusura delle indagini, la Procura di Pescara si appresta a chiedere il rinvio a giudizio degli imputati. L’operazione “Transumanza” rappresenta un duro colpo alle frodi ai danni dell’Unione Europea e conferma l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata che si infiltra nel settore agroalimentare.


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