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Lavoro nero: amministrazione Giudiziaria per Giorgio Armani Operations Spa

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La Procura di Milano ha ottenuto l'amministrazione giudiziaria per Giorgio Operations Spa, società del gruppo Armani con oltre 1.200 dipendenti, per presunto sfruttamento di manodopera irregolare.

L'inchiesta, condotta dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dai pm Paolo Storari e Luisa Baima Bollone, ha svelato un “sistema” diffuso nel settore della moda che consente di produrre a prezzi stracciati, sfruttando manodopera in nero e con paghe da fame.

Secondo gli inquirenti, Giorgio Armani Operations Spa non ha “mai effettivamente controllato la catena produttiva”, delegando la produzione di borse e cinture ad appaltatori che a loro volta subappaltavano ad opifici abusivi gestiti da cinesi.

In queste condizioni degradanti, i lavoratori – spesso immigrati – erano sottoposti a ritmi di lavoro massacranti, anche 14 ore al giorno inclusi i festivi, per paghe di 2-3 euro l'ora. Non avevano ferie, malattie, contributi o alcuna tutela.

Un laboratorio clandestino poteva vendere una borsa a poco più di 90 euro, che poi arrivava nei negozi con il marchio Armani a 1800 euro.

La GA Operations ha dichiarato di avere “da sempre in atto misure di controllo e di prevenzione” e di voler collaborare con le autorità.

Il Tribunale ha disposto l'amministrazione giudiziaria “senza impossessamento degli organi amministrativi”, per garantire la continuità aziendale.

La società del gruppo Armani non è indagata, mentre sono accusati di caporalato quattro imprenditori cinesi.

L'inchiesta apre nuovi scenari sullo sfruttamento nella filiera della moda e il pm Storari parla di “normalizzazione della devianza”.

Il presidente del Tribunale, Fabio Roia, ha suggerito l'avvio di un tavolo con la Prefettura per prevenire ulteriori casi di sfruttamento nel settore.


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