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Landini: “Lo Jobs Act va abrogato, basta precariato”

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Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha dichiarato la necessità di abrogare le leggi che favoriscono il lavoro precario. In un’intervista a ‘La Repubblica’, Landini annuncia il prossimo referendum per abolire il Jobs Act e ripristinare l’articolo 18.

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Il segretario della Cgil critica le politiche degli ultimi 25 anni, sottolineando un aumento della precarietà, delle disuguaglianze e dei salari bassi, oltre a tagli in settori cruciali come la sanità e l’istruzione.

“È arrivato il momento di cambiare. E di fare un bilancio onesto su 25 anni di politiche di flessibilità del mercato del lavoro, avallate da tutti i governi, dal Libro Bianco di Maroni al Jobs Act di Renzi”.

“Precarietà diffusa, disuguaglianze aumentate, salari abbassati, sanità e istruzione tagliati, politiche industriali inesistenti, lavoro insicuro. Il governo Meloni non ha invertito queste tendenze, anzi ha liberalizzato il lavoro a termine e reintrodotto i voucher. A pagare sono soprattutto giovani, donne e Sud. Ecco perché abbiamo deciso di usare anche l’arma del referendum, oltre che quella della contrattazione collettiva, della mobilitazione e della raccolta firme per leggi di iniziativa popolare con le nostre proposte su lavoro, sanità, lotta alla povertà”.

“Con la Uil avevamo preso un impegno in autunno con i lavoratori. Senza risposte, avremmo proseguito. Non sono arrivate risposte. Anzi la situazione peggiora. Si continua a morire sul lavoro. E dopo Firenze non è stata aperta alcuna vera trattativa. L’11 aprile scioperiamo per la salute e sicurezza e una riforma fiscale giusta”. “La mobilitazione per nuove politiche industriali è solo all’inizio”.

Il segretario generale della Cgil annuncia quindi le prossime date: a Roma il 20 aprile “sulla sanità che non funziona”, il 25 aprile a Milano “contro la guerra, per la libertà e democrazia e per celebrare la vittoria sul nazifascismo. Infine il 25 maggio a Napoli con tutte le associazioni della Via Maestra per applicare la Costituzione e unire il Paese contro l’autonomia differenziata. Se il governo va avanti su questo, valutiamo anche il referendum abrogativo”.



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