Parafrasando il detto "la vendetta è un piatto che si serve freddo", come il vecchio film western di Pasquale Squitieri, nel caso dell'agguato di Lettere di ieri sera sarebbe il caso di dire "la vendetta arriva col freddo".
Col freddo di questi giorni sui Monti Lattari ed esattamente un anno dopo. Perché il destinatario dell'agguato a colpi di kalashnikov, uscito miracolosamente illeso dalla auto colpita da una sventagliata di proiettili e il pregiudicato 33enne Alfonso Cesarano.
L'uomo che gestisce un pastificio a Gragnano è figlio di un uomo molto noto sui Monti Lattari morto investito alcuni anni fa.
Gli investigatori sembrano non avere dubbi sul movente, e sono pronti ad interrogare tutte le persone che potrebbero essere coinvolte nell'agguato.
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A cominciare dal noto pregiudicato Michele Comentale di 42 anni e suo nipote Matteo di 32 anni. I due infatti il 12 dicembre dello scorso anno rimasero ferito da alcuni colpi di fucile caricato a pallini mentre erano in auto insieme con una terza persona rimasta illesa.
Dietro l'agguato lo scontro tra i narcos dei Monti Lattari
In quella circostanza fu fermato proprio Alfonso Cesarano, il giovane ferito ieri sera. Cosa ci sia dietro questi due agguati non è difficile da ipotizzare. E ora i carabinieri stanno indagando alla ricerca di prove e riscontri.
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