La pace era nell’aria, e alla fine si è concretizzata con un caloroso abbraccio: Luciano Spalletti e Francesco Totti si sono messi alle spalle i dissidi del passato. L’occasione è stata data dalla visita organizzata dalla Figc ai piccoli pazienti del Bambin Gesù, alla vigilia dell’importantissima sfida contro la Macedonia del Nord, valida per la qualificazione agli Europei 2024.
Il primo ad arrivare all’ospedale romano, intorno alle 17.20, è stato il presidente federale Gabriele Gravina, fresco di consiglio Figc, seguito poi da Totti, che è entrato al Bambin Gesù in scooter. A seguire, il pulmino sul quale viaggiavano Spalletti, i dirigenti azzurri Gianluigi Buffon e Angelo Peruzzi, e il terzino della Nazionale Giovanni Di Lorenzo.
Totti e Spalletti si sono incontrati nella ludoteca tra l’emozione dei piccoli pazienti che hanno consegnato al tecnico toscano dei poster e una coppa dorata di cartone, tutto realizzato da loro, mentre il ct regalava magliette e palloni firmati forniti dalla Figc. Successivamente, Gravina, Spalletti e Totti si sono spostati nel reparto di Oncoematologia, mentre Buffon, Di Lorenzo e Peruzzi si sono recati a Pediatria generale specialistica.
Il primo ad andarsene è stato Totti, sfrecciando via in scooter; dopo le 18.45 Spalletti e il resto della delegazione azzurra si sono diretti all’Olimpico. “Ogni volta che vengo qui la sensazione è di aver donato 1 e ricevuto 1000 – le parole di Spalletti – Questi bambini ci vedono come dei supereroi, invece sono loro ad avere il superpotere dell’amore”.
L’allenatore commenta poi l’incontro con Totti: “Non poteva esserci occasione migliore per ritrovarci. Se questo momento lo doniamo a qualcuno è ancora meglio: le cose non le dobbiamo fare per noi, ma per gli altri”. Spalletti afferma che “sotto sotto” lui e Totti non avevano mai litigato, “anzi ci siamo sempre stimati”. In un’epoca di conflitti, il ct ritiene che “trovarsi qui, e donare quest’abbraccio ai bambini, attraverso i loro occhi può essere un messaggio per un futuro sempre migliore”.
Totti completa il quadro: “Cosa ci siamo detti? Niente, perché avendo un rapporto che è sempre andato oltre al calcio, fra noi basta un semplice sguardo, è tutto racchiuso in un abbraccio. Questa è una giornata speciale soprattutto per i bambini che siamo venuti a trovare, l’abbraccio con Spalletti è secondario”.
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