Nuove rivelazioni sulle presunte violazioni finanziarie, compiute dal Chelsea durante la presidenza di Roman Abramovich: secondo una serie di file confidenziali, visionati dal quotidiano britannico Guardian nell'ambito della più ampia inchiesta Cyprus Confidential - dalla quale sono emersi soprattutto rapporti tra il magnate russo e Putin - l'ex proprietario dei Blues avrebbe effettuato numerosi pagamenti segreti, per decine di milioni di euro, tramite conti correnti offshore verso società basate in paradisi fiscali, in aperta violazione con le rigide regole del calcio, comprese quelle sul "fair play finanziario".
Tra i beneficiari di queste transazioni - venute alla luce grazie a un'indagine internazionale, Cyprus Confidential, basata su circa 3,6 milioni documenti offshore di cui è venuto in possesso il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) - ci sarebbero anche una persona ritenuta vicina ad Antonio Conte, Carlo Ancelotti, l'agente del fuoriclasse belga Eden Hazard e anche qualche ex dirigente del club.
Il sospetto è che si sia trattato di pagamenti in nero, non regolarmente dichiarati ai preposti organi di governo del calcio.Potrebbe interessarti
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La Federcalcio inglese ha confermato l'apertura di un fascicolo sulle finanze del Chelsea, che - in caso di colpevolezza - potrebbe anche rischiare, oltre a sanzioni economiche, la penalizzazione in classifica. Abramovich aveva acquistato il Chelsea per 150 milioni di euro nel 2003, portandolo in vetta al calcio mondiale grazie ad enormi investimenti. Tra i file analizzati dal Guardian è emerso anche l'accordo, del valore di 10 milioni di sterline, del luglio tra una società di proprietà di Abramovich ("Conibair Holdings"), con sede nelle Isole Vergini britanniche (BVI), e Federico Pastorello, agente di calcio italiano, ritenuto molto vicino a Conte.
Lo stesso giorno, il Chelsea aveva annunciato il rinnovo del tecnico italiano, che aveva appena guidato il club al titolo nazionale, per un ingaggio pari al suddetto accordo. "Non ho commentato al Guardian semplicemente perché tutto quello che è stato fatto è ampiamente giustificato dai vari contratti sottoscritti all'epoca", le parole di Pastorello, che precisa di non essere mai stato procuratore di Conte e di aver percepito come intermediario di quell'ingaggio una commissione regolarmente registrata. "Spiace solamente vedere come i media riportino notizie piene di inesattezze con il solo proposito di fare titoli altisonanti tirando in ballo nomi e situazioni che non c'entrano nulla nello specifico", la sua conclusione.
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