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Roma, protesta degli agenti penitenziari contro le aggressioni in carcere

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Oggi circa 300 uomini della Polizia Penitenziaria fuori dal servizio, in riposo, si sono presentati a Roma dinanzi al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per rivendicare i propri diritti e manifestare lo stato di criticità in cui operano.

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Un sistema penitenziario sull’orlo del fallimento a denunciarlo è il segretario generale ASPPE-CONSIPE Claudio Marcangeli che evidenzia come da qui a qualche anno ci sarà un ulteriore e fisiologico depauperamento dell’organico, dovuto ai pensionamenti.

Il tutto aggraverà le già precarie condizioni lavorative di migliaia di poliziotti penitenziari che, di giorno in giorno si ritrovano a garantire un mandato istituzionale sempre più compromesso da carichi di lavoro inaccettabili che minano la sicurezza di tutti.

Con oggi si è concluso un primo step di manifestazioni partite dalla Sicilia che hanno attraversato tutto il meridione per poi giungere al DAP(Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) laddove una delegazione di dirigenti sindacali del territorio hanno incontrato il capo del personale di Polizia Penitenziaria dott.Massimo Parisi ed il vice capo del DAP dott.sa Lina Di Domenico, ai quali è stato consegnato un memorandum delle urgenze da risolvere per la tutela del benessere del personale.

Dal confronto tra le Parti è emerso l’intento reciproco di dare una svolta migliorativa all’organizzazione del lavoro ed alla formazione del personale di Polizia Penitenziaria che, si ritrova a competere con una criminalità sempre più aggiornata con nuove tecnologie.

Per i dirigenti sindacali del CON.SI.PE è giunta l’ora di dare una svolta al sistema penitenziario italiano e di uscire da questa stagnazione che penalizza il trattamento e la rieducazione dei reclusi ed allo stesso tempo crea gravi e critiche difficoltà operative.
Urge un tempestivo intervento del Governo affinché si metta a regime la forza disponibile del Corpo di Polizia Penitenziaria e si valorizzi l’operato di migliaia di donne e uomini messi in discussione da innumerevoli eventi critici e da sproporzionati carichi di lavoro.


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