Individuate nel cervello due nuove spie della malattia di Parkinson e grazie a questo risultato diventa possibile mettere a punto nuove terapie in grado di contrastare l'evoluzione della malattia, limitando gli effetti collaterali. Pubblicata in due articoli sulla rivista Neurobiology of Disease, la scoperta si deve alla ricerca internazionale condotta fra Italia, Stati Uniti, Francia e Giappone.
Le due spie sono gli alti livelli degli amminoacidi D-serina e L-serina, che nelle persone con il Parkinson compensano la progressiva perdita dei neuroni che producono la dopamina, il neurotrasmettitore che gioca un ruolo importante anche nel controllo del movimento.Potrebbe interessarti
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"Ad oggi - prosegue - la cura del Parkinson è infatti limitata a causa degli effetti collaterali (le discinesie) prodotti dal principale farmaco usato dagli anni '60, L-dopa, e non è ancora riuscita a colmare i deficit cognitivi e comportamentali refrattari ai trattamenti al momento disponibili per i pazienti. Pertanto, approcci terapeutici combinatoriali saranno oggetto delle future ricerche". Allo studio hanno collaborato l'Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli, la Columbia University di New York, la Keio University School of Medicine di Tokyo, l'Istituto di Neuroscienze di Bordeaux, le università di Roma Tor Vergata e Cattolica di Roma, la 'Federico II di Napoli e l'Università di Cagliari.
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