Policlinico Vanvitelli: impianti hi-tech per ricostruzioni del volto

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“Dopo il Covid abbiamo registrato un aumento del 60% circa di interventi per patologie oncologiche. Cosa ancor più grave, l’età media è passa dai 70 anni pre-pandemia ai 55 anni dei pazienti che vediamo ora”.

È il dato allarmante riferito dal professor Gianpaolo Tartaro, direttore della Scuola di Specializzazione e dell’Unità Operativa Complessa in chirurgia maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli.

“Un trend – aggiunge Tartaro – che ci conferma i gravissimi ritardi che a livello nazionale sono stati prodotti a causa della pandemia e che da tempo ci ha spinto ad un super lavoro per recuperare il tempo perso”.



    Trattandosi di interventi al volto è ancor più importante la chirurgia ricostruttiva computer assistita, che vede nell’Unità Operativa del Policlinico Luigi Vanvitelli il chirurgo ricostruttore Tartaro con i chirurghi demolitori Giuseppe Colella e Ciro Boschetti e gli implantologi Mario Santagata e Salvatore D’Amato.

    Un lavoro che si avvale delle più innovative tecnologie, a partire dal supporto della radiologia diretta dal professor Salvatore Cappabianca. Il processo inizia dalla scansione del volto e della testa del paziente per realizzare una stampa in 3D del cranio e di dei tessuti molli, nel caso che sia necessario abbatterli.

    I dati acquisiti vengono inviati in Belgio, a un’azienda specializzata che realizza le customizzazioni sulla base delle indicazioni di taglio stabilite dai chirurghi. Grazie a questa procedura, le équipe chirurgiche sanno già quale porzione di osso prendere (solitamente la porzione viene prelevata dal perone) e come questa vada rifinita.

    Anche le placche, precedentemente modellate dal robot attraverso una tecnologia 3D che sfrutta le potenzialità del metaverso, vengono pre-applicate. “In questo modo – conclude Tartaro – quando amputiamo l’osso, abbiamo già la sezione per la sostituzione.

    Chiaramente, spetta al chirurgo occuparsi di eventuali alterazioni vascolari o asimmetrie. Poi la parte ossea che viene sostituita viene rivascolarizzata per fare in modo che resti vitale”. L’équipe della Vanvitelli ha già testato la funzionalità di sensori e software che possono verificare nel post operatorio la vascolarizzazione in tempo reale, offrendo la riduzione delle complicanze.

    Tempi ridotti di degenza, una migliore qualità di vita, riduzione dei costi a carico del servizio sanitario, sono solo alcuni degli enormi vantaggi della chirurgia ricostruttiva computer assistita.

    “Adoperare le migliori tecnologie oggi disponibili per offrire ai pazienti soluzioni chirurgiche d’avanguardia è uno dei nostri obiettivi principali. Puntiamo a diventare un polo d’eccellenza per il Sud, tagliando così la migrazione sanitaria”, sottolinea il direttore generale Ferdinando Russo.


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