Recentemente, il mondo è stato scosso dalla tragedia del sottomarino OceanGate, in cui hanno perso la vita tutti e cinque i passeggeri a bordo. Quello che rende questa tragedia ancora più sconcertante è la scoperta che il sottomarino mancava di tecnologie fondamentali che avrebbero potuto rendere il suo recupero sicuramente più semplice.
Dopo la notizia che è rimbalzata ovunque del “timone” rappresentato da un gamepad che si può compare su Amazon, William Ryan, un oceanografo della Columbia University, ha rivelato che il sottomarino non era dotato di un “pinger” acustico, ovvero un dispositivo che trasmette un impulso sonoro ripetitivo alla nave di controllo, né di un radiofaro per la localizzazione precisa, entrambi indipendenti dalla fonte di alimentazione principale del sottomarino.
Queste tecnologie standard avrebbero potuto facilitare il recupero del sottomarino in caso di malfunzionamento o interruzione. Sappiamo che il sottomarino è stato probabilmente distrutto durante la discesa a causa di un'”implosione catastrofica” e in questo scenario tali strumenti ovviamente non avrebbero potuto fare molto per salvare le vite dei passeggeri.
Tuttavia, la presenza di queste tecnologie standard avrebbe potuto fare la differenza in caso di altri tipi di guasti o interruzioni. Il tragico avvenimento del sottomarino Titan ci mostra che quando ci avventuriamo in territori inesplorati, sia che si tratti delle profondità dell’oceano o dello spazio esterno, la sicurezza dovrebbe essere sempre la nostra priorità.
Soprattutto quando anche un piccolo errore potrebbe costare la vita dei passeggeri.
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