Zambo Anguissa si racconta.Due anni di successo per il centrocampista camerunense al Napoli, arrivato come un perfetto sconosciuto e trasformatosi in pilastro della squadra di Spalletti che ha centrato prima la qualificazione in Champions League e poi lo scudetto al termine di una stagione esaltante.
Anguissa ha rilasciato un’intervista al The Athletic, ricordando quei momenti di festa: “A Udine eravamo in trasferta ma i tifosi erano tutti in campo, l’amore di questa città è davvero incredibile – ha detto -. Qui noi calciatori veniamo trattati come divinità, ci risulta difficile persino uscire di casa.
Ma Napoli è perfetta per esprimersi al meglio in campo”.
“Al mio arrivo Spalletti mi volle subito in campo, io gli dissi che ero pronto – prosegue -. Ho lavorato tanto sul mio ruolo in questi anni, ma devo tutto a mister Spalletti che mi ha spinto a dare sempre di più.Si è interessato a me prima come uomo e poi come calciatore.
Mi ha promesso un regalo se avessi segnato almeno 5 gol, ma a me non importava: volevo il bene della squadra”.
Un pensiero anche su Kvaratskhelia, tra i trascinatori nell’attacco azzurro: “A Khvicha ho consigliato di esprimersi al meglio in campo, lui ha saputo restare umile lavorando sodo.
E’ uno di quei calciatori rari, si confronta spesso con gli altri e ha saputo non montarsi la testa nonostante in tanti hanno iniziato a parlare bene di lui”.
Chiosa sulla Champions League: “Un po’ di rammarico per l’uscita contro il Milan c’è ancora, ma non voglio pensarci.Abbiamo una grande squadra, pronta a giocarsi anche l’anno prossimo lo scudetto.
E quindi perché non provare a vincere anche la Champions League?Ci crediamo”.
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