Nella foto il luogo dell'aggiato e da sinistra in alto Antonio Pipolo, Carlo Esposito e Antimo Imperatore
Si costituirà parte civile la famiglia di Antimo Imperatore, l’operaio di 55 anni ucciso per errore nel corso dell’agguato di camorra scattato il 20 luglio 2022 in un “basso” del rione Fiat di Ponticelli, a Napoli.
Il vero obiettivo di quel raid era Carlo Esposito, ritenuto legato al clan De Micco-De Martino, ucciso dal sicario che assassinò anche Imperatore, impegnato a montare una zanzariera, che con la camorra non aveva nulla a che fare. Lo rende noto l’avvocato Alessandro Motta, legale di Annunziata Lepre e di Imma Imperatore, rispettivamente moglie e figlia della vittima.
L’altra figlia di Antimo Imperatore, Filomena, è difesa dall’avvocato Concetta Chiricone. A sparare, per sua stessa ammissione, fu Antonio Pipolo (diventato collaboratore di giustizia) imputato per quel duplice omicidio. Pipolo si consegnò alle forze dell’ordine lo stesso giorno del duplice omicidio e confessò di essere stato lui a sparare.
L’udienza preliminare è in programma domani, nel Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli davanti al giudice Anna Tirone. A indagare su quell’agguato costato la vita a Carlo Esposito e ad Antimo Imperatore, furono i carabinieri coordinati dalla Procura di Napoli (pm Simona Rossi e Antonella Fratello).
(nella foto il luogo dell’agguato e da sinistra il killer Antonio Pipolo, la vittima designata Carlo Esposito e la vittima innocente Antimo Imperatore)
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