Maddaloni, lavoratori Softlab investiti durante blocco stradale 

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Due lavoratori della Softlab sono rimasti feriti a Maddaloni, sulla provinciale 335, dopo essere stati investiti da un automobilista che ha forzato il blocco realizzato dagli stessi addetti all’esterno dell’azienda per protestare contro i ritardi nel ricevimento di due salari e della tredicesima.

L’arteria è molto trafficata, essendo una strada di collegamento tra le città di Caserta e Maddaloni e il casello autostradale dell’A1 di Caserta Sud e le aree industriali; sui due lati della strada sorgono anche importanti aziende.

L’automobilista che ha forzato il blocco si è giustificato dicendo che doveva andare a lavorare, ma dopo aver investito una lavoratrice e un lavoratore – la prima ha riportato delle contusioni più rilevanti – è stato fermato dagli altri dipendenti Softalb che protestavano.



    Sul posto sono giunte le ambulanze che hanno portato i lavoratori in ospedale, e le pattuglie della Polizia di Stato per identificare il conducente del furgone che ha forzato il blocco; i lavoratori sono poi rientrati in sede e il traffico è tornato regolare.

    La protesta dei dipendenti Softlab era praticamente annunciata visto che da tempo gli addetti dell’azienda di informatica, circa 250 tra le due sedi di Caserta e Maddaloni, lamentano ritardi nella liquidazione mensile degli stipendi.

    “Ad oggi ne avanziamo tre – dice il lavoratore Daniele Esposito – e l’esasperazione è tanta”. La vicenda Softlab è strettamente correlata con la vertenza Jabil, dove i lavoratori dello stabilimento di Marcianise – pochi chilometri da quello di Softlab – protestano da mesi perché l’azienda Usa vuole licenziarne 190.

    I circa 250 addetti di Softlab sono infatti tutti ex dipendenti della Jabil, fuoriusciti dall’organico di quest’ultima in questi anni a causa della crisi di commesse che Jabil, multinazionale dell’elettronica con 250mila dipendenti nel Mondo, lamenta per il sito di Marcianise.

    Per alleggerire l’organico, Jabil ha proceduto dal 2018 a esodi incentivati dei propri lavoratori e a pagare altre aziende, tra cui Softlab, per assumerli. L’impegno di Softlab era di attivare progetti di reindustrializzazione per impegnare concretamente gli ex Jabil assunti; è stata aperta una sede a Maddaloni – quella dove oggi i dipendenti hanno protestato – ma la maggior parte degli addetti Softlab, così come ai tempi di Jabil, ha continuato a fare la cassa integrazione e solo una parte è concretamente impegnata in servizi di lavoro.

    “Navighiamo a vista – dice Esposito – e di concrete prospettive industriali non se ne vedono, nonostante gli impegni e le promesse prese anche davanti alle istituzioni”.



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