Due aggressioni a personale sanitario a Napoli e ad Acerra. A segnalarle è l'associazione 'Nessuno tocchi Ippocrate' su Facebook.
Il primo caso è avvenuto all'Ospedale del Mare di Napoli dove due uomini hanno aggredito a pugni e gomitate un operatore socio sanitario che stava sottoponendo la loro madre a un tampone prima di farla accedere alle cure.
L'altro episodio è avvenuto a Villa dei Fiori di Acerra, dove l'accettazione è stata distrutta da alcuni utenti. ''Non tolleriamo più di lavorare in trincea'' afferma nel posto Manuel Ruggiero a nome di 'Nessuno Tocchi Ippocrate'.
All’Ospedale del Mare aggressione n.Potrebbe interessarti
L’Antica Pizzeria Da Michele è la migliore catena artigianale di pizza al mondo
Ischia, 19 anni dopo la frana del Monte Vezzi famiglie ancora nei container
Federico II, il Centro Sclerosi Multipla conquista il bollino d’oro: rinnovata la ISO 9001
Arzano, emergenza ratti ma anche alberi pericolosi nella scuola Tiberio
I figli della signora reagiscono in malo modo, inveendo ed aggredendo verbalmente il personale perchè ritenevano ingiusto dover fare il tampone prima di accedere alle cure. Incuranti delle spiegazioni dei sanitari, colpiscono un operatore socio sanitario con pugni e gomitate. A quel punto si assicura la signora alla cura del personale di accettazione e si contattano le forze dell’ordine dopo insulti ed altre minacce varie.
“Si intensificano i fenomeni di aggressioni al personale sanitario nel territorio della Asl Napoli 1, aumentano le aggressioni ospedaliere e diminuiscono quelle ai danni del 118, speriamo che il nuovo governo e l’opposizione facciano una proposta di legge che ci tuteli seriamente!”, scrive l'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate su facebook.
A Villa dei Fiori ad Acerra l'accettazione è stata distrutta senza motivi da alcuni utenti. Il dottor Manuel Ruggiero, presidente dell'associazione ha lasciato un sarcastico commento sui social: "Come disse il vicepresidente dell’ordine dei medici di Napoli Dott. Silvestro Scotti: “Napoli, per il personale sanitario , è come Raqqa. Non tolleriamo più di lavorare in trincea!”



































































Lascia un commento