Violenta rissa nel carcere di Taranto: 5 in ospedale

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Una rissa si e’ verificata ieri sera, poco dopo le 19, nel carcere di Taranto, al terzo piano, in una sezione destinata a detenuti con pena definitiva.

Tarantini e leccesi si sono affrontati colpendosi con tutto cio’ che capitava loro a tiro, comprese le gambe dei tavoli che hanno appositamente divelto. Lo rende noto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Molti i feriti e contusi, tra cui due detenuti e tre appartenenti alla Polizia penitenziaria che sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso. L’ordine e’ stato ristabilito verso le 21.30.

“Purtroppo – dice De Fazio – la politica di governo, al di la’ dei proclami e delle ipcrite dichiarazioni di facciata, seguita a disinteressarsi delle carceri, che nei fatti continuano a essere abbandonate a se stesse. I disordini sono quotidiani, cosi’ come gli aggrediti e i feriti fra la Polizia penitenziaria, tanto che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ne secreta i dati numerici per ragioni di ordine e sicurezza pubblici.

    Nel carcere di Taranto, con circa 750 detenuti presenti su 500 posti disponibili, ieri sera vi erano in servizio meno di 15 Poliziotti penitenziari, solo 2 sul piano dove sono scoppiati i disordini, fatto di 3 sezioni e oltre 200 ristretti”, spiega il segretario della UILPA PP.

    “Nel quadro descritto – continua – in cui i detenuti erano aperti per via della cosiddetta sorveglianza dinamica, e’ stato possibile ripristinare l’ordine e, si fa per dire, la sicurezza dell’istituto solo grazie alla grandissima professionalita’ e al senso del dovere della Polizia penitenziaria che e’ accorsa con operatori liberi dal servizio e appositamente richiamati, ma e’ del tutto evidente che il sistema carcerario non e’ in grado di assolvere minimamente a nessuna delle funzioni che gli sono demandate.

    Non rieduca, non ferma la violenza, non preclude i contatti illeciti con l’esterno, permette traffici di ogni genere e non preserva dalla violenza e dalla morte. Sono 60 – sottolinea – i reclusi suicidatisi nel 2022″.


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