“La fortuna”, il nuovo romanzo di Valeria Parrella, un suggestivo viaggio nella Pompei antica.

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Recentissima nuova pubblicazione per la scrittrice Campana, Valeria Parrella ( Torre del Greco, classe 1974 ), che il 5 maggio 2022 si è ripresentata sulla scena letteraria con il suo libro “La fortuna” edito da Feltrinelli.

Un romanzo storico calato nella realtà della Pompei antica il cui protagonista, un ragazzo di nome Lucio, è “affascinato dalle storie in cui umani e Dei si mischiano”. Un libro che appare distante dal genere a cui i lettori della Parrella sono abituati. Sullo sfondo dei precedenti scritti dell’autrice spicca infatti, quasi sempre, una Napoli contemporanea popolata da personaggi fuori dagli schemi. Soprattutto da donne alla ricerca di una propria identità, il cui motore intimo è la memoria.

Scrittrice, drammaturga e giornalista, l’autrice vanta una fitta produzione letteraria con un cospicuo numero di premi e posizioni da finalista. E’ il caso ad esempio di “ Per grazia ricevuta “, che è entrato nella finale del Premio Strega 2005 e di “ Almarina” , scritto nel 2019 e candidato finalista al Premio Lattes ed al Premio Strega 2020, conquistando , per il secondo , una onorevolissima terza posizione.



    In questo romanzo, a metà tra la storia di formazione e d’avventura, il periodo nel corso del quale la Parrella dà voce al suo protagonista è quello compreso tra il 62 d.C. ed il 79 d.C..

    Sono quei diciassette anni che individuano il lasso di tempo trascorso tra due eventi catastrofici che interessarono la città di Pompei: un terremoto caratterizzato da esalazioni gassose, da ritenersi pertanto prodromico alla famosa eruzione, e l’eruzione stessa, avvenuta nella quasi inconsapevolezza della popolazione riguardo la natura vulcanica del Vesuvio – “ …ecco il Vesuvio, un tempo ricoperto di verdi vigneti, produttore di vini fruttati […] Tutto ciò si trova sotto il fuoco e la cenere incandescente … (Marziale)
    La storia di Lucio prende il via con il suo singolare esordio alla vita.

    Con la sua nascita a Pompei, in epoca imperiale, proprio la notte in cui era in corso il terremoto del ’62 d.C.: “ …della mia nascita mamma mi raccontava sempre la stessa cosa: che la casa in cui erano ospiti cominciò ad ondeggiare tutta e si spensero le torce come se sulle fiamme avesse soffiato un Dio […] Il terremoto passò, e io sono nato così: sotto il cielo stellato…al centro della terra”.

    La vita di questo ragazzo risulta delineata fin dagli albori. Essendo figlio di un proconsole è quindi un nobile, in una Pompei dove vige la libertà, ma che è pur sempre ancorata a dei dogmi. Ed un rampollo di stirpe senatoriale è proiettato alla vita politica.

    Non potendo sottrarsi alla decisione familiare, per la sua formazione approda alla scuola di Quintiliano – oratore e maestro di retorica – e frequenta il poeta Marziale. Il suo destino volge verso la carriera senatoriale, ma in cuor suo coltiva un desiderio, che poi è una vera vocazione: il mare. Lucio infatti aspira a diventare il capitano di una nave ma, rango a parte, un altro ostacolo sembra escludere la possibilità che il suo sogno si avveri: la malformazione ad un occhio, che gli negherà quella vista di cui un marinaio deve disporre per governare efficacemente il moto ondoso del mare.

    La Parrella definisce il suo protagonista un ragazzo magico e lo dice perché in lui è assente il compromesso, sfida il suo destino già tracciato da altri – quello reso ancor più urgente dalla natura che lo ha privato di un occhio – e riesce a realizzare il suo sogno.
    Prima di arrivare a Roma per i suoi studi, Lucio, incurante delle proibizioni, e grazie al favore chiesto a Cassio, un amico di famiglia, affronta – assolutamente ignari i genitori – un’esperienza in mare con un marinaio cieco.

    Ma è con il Prefetto Plinio il vecchio, a cui è affidato nel viaggio a Roma, che consacra il suo sogno. Rimane a capo della flotta di cui questi è ammiraglio quando, mosso dalla sua sete di conoscenza, ad eruzione in corso, egli decide di sbarcare a Stabia per osservare e comprendere di persona ciò che identifica come un prodigio – che è, di fatto, distruzione – ovvero la maestosa esplosione di quello che i Romani considerano solo un monte ed invece è un vulcano.

    Lucio cerca di distogliere Plinio dal suo intento, in parte anche in vista della grande responsabilità che dovrà assumere con il comando delle navi, ma proprio il Prefetto lo incoraggia dicendo che “un limite è un limite solo se uno lo sente come un limite, sennò non è niente”.

    E allora il protagonista entra in pieno nel ruolo affidatogli ed è l’unico ad orientarsi tra la cenere che invade il cielo ed il mare. Attraversa l’inferno e diventa un impavido condottiero, che con nostalgia, dalla quadriremi dal nome Fortuna, guarda verso Pompei e ripensa alla madre ed a tutti coloro che gli sono stati cari in quei luoghi. E’ da lì che osserva lo storico disastro nel disperato tentativo di giungere in tempo per salvare delle vite.

    “La fortuna” di Valeria Parrella, nelle sue 137 pagine, immerge il lettore nella suggestiva atmosfera della Pompei antica , ma non ha una valenza puramente descrittiva degli eventi. In realtà innesca nel lettore un’ importante riflessione sulla gioia di vivere, anche se questa si compie attraversando traumi e dolori che la vita presenta. Sulla capacità di prendere nelle proprie mani il destino, nonostante sembri tutto tracciato in modo inappellabile. Il buio si fa luce quando l’individuo opera delle scelte e decide di essere sé stesso, di realizzare le proprie inclinazioni, i propri desideri.

    Un libro che rievoca la storia raccontandola dal mare, in un cambio di prospettiva rispetto a come ci è stata sempre raccontata. Una storia antica narrata con uno stile fluido, capace di arrivare in modo più semplice.

    Chi deciderà di leggere questo libro avrà voglia di appuntarsi numerose frasi in esso contenute, per la bellezza espressiva, ma soprattutto per i significativi contenuti che aderiscono alla realtà di tutti.

    “Ci sono due modi di vivere: uno è avere sempre paura […] Oppure guardare verso la paura e dire: Mi fa paura quella cosa lì. Quel pezzo di vita, quella scelta. […] Mi fa paura …perché la voglio […] Io ho capito che l’unico modo per superare la paura è attraversarla”.

    Segnaliamo altresì che argomenti e personaggi di questo libro potranno essere approfonditi attraverso l’interessante incontro con l’autrice, che a breve si terrà nell’ambito del festival Salerno Letteratura, giunto alla decima edizione. La manifestazione sarà presente a Salerno dal 18 al 25 giugno.

    Valeria Parrella sarà protagonista dell’appuntamento previsto il 18 giugno alle 19,30, presso la storica Chiesa dell’Annunziata in Largo Abate Conforti, 21.

    Annamaria Cafaro


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